Un cerchio che si chiude. Manca ancora una giornata al termine del campionato e la storia insegna che tutto è ancora possibile, ma ad oggi il Napoli ha un matchball da sogno per vincere lo Scudetto, venerdì sera in casa contro il Cagliari già salvo, con l'Inter che farà visita al Como alla stessa ora. Quel punto mantenuto dopo la 37esima giornata, più per demeriti dell'avversario che per meriti propri, pesa tantissimo per i partenopei a 90 minuti dal gong.

I nerazzurri, salvo miracoli, devono dunque rassegnarsi a scucirsi dal petto il tricolore, focalizzandosi sulla finale di Champions League il 31 maggio a Monaco di Baviera contro il PSG. La cartolina di domenica sera, al Meazza contro la Lazio, è l'episodio che porta al rigore trasformato al 90' da Pedro e che nega ai padroni di casa un sorprendente sorpasso in vetta. Un fallo di mano di Yann Bisseck, involontario senza dubbio, spezza le ali dell'Inter e riporta alla mente un episodio simile risalente al 17 agosto 2024, prima giornata di campionato: Marassi, minuto 93 di Genoa-Inter, il tedesco interviene goffamente su un pallone spiovente e lo tocca con il braccio largo. Rigore assegnato dopo OFR e trasformato da Junior Messias al 95', per il 2-2 finale. Stesso risultato, stesso protagonista, sempre allo scadere, due punti persi. Ma se a Genova quel mezzo passo falso contava relativamente, quello di ieri copntro la Lazio farà probabilmente la differenza tra vincere o perdere lo Scudetto.

Nessun atto d'accusa nei confronti di Bisseck, che contro la Lazio era stato in assoluto il migliore in campo fino al tentativo di sombrero in area di Taty Castellanos. Ma solo una semplice constatazione sul fatto che un episodio molto simile apra e chiuda idealmente il campionato dei nerazzurri e dentro questo cerchio si trovino numerosi motivi per rammaricarsi. Tanti, troppi i punti persi dall'Inter in questa Serie A, per varie ragioni. Sul percorso hanno di certo influito le assenze di molti giocatori chiave in periodi diversi, la carenza di alternative valide in rosa, il doppio impegno che è stato una costante per tutta la stagione e, soprattutto, blackout mentali e cali di tensione nel corso dei 90 minuti, soprattutto nei finali. Tra il Genoa e la Lazio saltano all'occhio l'1-1 di Monza, l'1-2 allo scadere nel derby, i due gol di vantaggio sprecati nel 4-4 contro la Juve e nel 2-2 di Parma, il 2-2 interno e la sconfitta nel recupero contro il Bologna.

Tante, troppe disattenzioni, unite anche a più di uno svarione arbitrale, hanno caratterizzato il campionato nerazzurro, in perfetta antitesi rispetto al percorso in Champions dove la squadra di Simone Inzaghi è stata brillante, solida e concentrata nel maxi girone e sempre sul pezzo dagli ottavi alle semifinali. Come se l'Europa richiedesse energie fisiche e mentali da sottrarre alla Serie A. Naturalmente, servirà un'analisi più approfondita e a bocce ferme per capire cosa effettivamente non abbia funzionato in un torneo abbondantemente alla portata dell'Inter, anche per porre rimedio in vista del prossimo. Basti pensare all'inspiegabile allergia agli scontri diretti, superata solo contro l'Atalanta. L'aspetto mentale ha senza dubbio fatto la differenza e la speranza è che il 31 maggio la squadra nerazzurra torni a essere la miglior versione di se stessa, consapevole di aver sacrificato uno Scudetto che poteva vincere senza troppi pensieri per arrivare fino in fondo in tutte le competizioni.

Meno di due settimane e sapremo se ne sarà valsa davvero la pena.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 20 maggio 2025 alle 16:05
Autore: Fabio Costantino
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