E adesso? Il Consiglio Federale si è espresso ufficialmente, niente revoca dello scudetto per ovvia ‘incompetenza’ in materia, un epilogo scontatissimo considerando che non esiste alcun atto disciplinare da impugnare in merito all’assegnazione del titolo 2006 all’Inter. Notizia che arriva nel giorno in cui si celebra il compleanno di Giacinto Facchetti, perfetto tempismo. Mi chiedo, a questo punto, cosa succederà. Sponda nerazzurra, probabilmente si cercherà di lavorare per ripulire l’immagine di Facchetti ignobilmente calpestata da gente che se oggi gli si presentasse dinnanzi arrossirebbe dalla vergogna. E sponda Juventus F.C.? Come si muoverà il giovin signore per tutelare la sua società orrendamente e ingiustamente mutilata ‘solo’ per aver manomesso il sistema calcio italiano? Probabile il ricorso all’Alta Corte del Coni, quindi al Tar del Lazio. Ma con cosa si presenteranno davanti ai giudici i legali della società bianconera? Con una delega firmata da Andrea Agnelli in cui lui si definisce offeso dal mancato accoglimento della sua richiesta?

Diciamocelo chiaramente, Cellino ha usato l’espressione migliore per definire questa situazione: aria fritta. E con questa non vinci alcun ricorso, neanche da un giudice di pace distratto. Ma se il rampollo di casa Agnelli vuole insistere, faccia pure. Ne godranno di certo i suoi avvocati, la cui parcella crescerà sostanzialmente. In compenso, il diretto interessato beneficerà con merito di un altro soprannome, Don Chisciotte, per la sua capacità di lottare incessantemente contro i mulini a vento. In bocca al lupo. Non è mia abitudine parlare delle iniziative editoriali altrui, ma Tuttosport in questi giorni ci ha regalato tante emozioni. L’idea della pernacchia via Facebook nei confronti del Consiglio Federale è una chicca che merita di essere tramandata ai posteri. Spettacolare, ma mi chiedo: anche questo è stile Juve?

E come ignorare l’ennesimo chirurgico tentativo di sollevare polveroni anti-Inter, sostenendo che i nerazzurri, meritevoli di censura, rischierebbero di rimanere esclusi dalla prossima Champions League? Per fortuna chi conosce i regolamenti ha prontamente sedato gli entusiasmi di chi stava realmente abboccando all’amo (o forse il desiderio di non vederci in Champions rientra nel concetto di ‘siamo tutti uguali’, che caratterizza ogni loro tentativo di attacco nei nostri confronti?). Mi limito, anche nella fattispecie, a definirla una goliardata che mira a tirar su di morale il popolo juventino, la cui frustrazione è in rialzo come le temperature estive.

Proprio dalla frustrazione di qualcuno nasce anche l’invito, nei confronti di Moratti, a rinunciare allo scudetto 2006 per ‘pulire’ l’immagine dell’Inter e chiudere una volta per tutte il cerchio, senza ulteriori veleni. È uno scherzo? Per anni il presidente nerazzurro è stato il cosiddetto ‘ricco scemo’. Quante barzellette sul suo conto, quante battutine nei confronti della sua gestione e dei risultati della squadra, quanti attacchi da parte degli stessi tifosi che non gli perdonavano stagioni sotto tono in serie. Io stesso, ignaro di quanto stava accadendo in quegli anni, me la sono presa con la società di via Durini, e come me molti altri non hanno risparmiato parole al veleno. Adesso che i veri colpevoli sono stati puniti viene chiesto a Moratti di privarsi di uno scudetto che lui stesso considera un risarcimento per le angherie cui è stato sottoposto in dieci anni di presidenza. Il tutto a causa di qualche telefonata che non prova nulla, anzi, evidenzia il marcio ampiamente in proliferazione all'epoca.

Bisogna avere proprio una faccia da culo per proporgli di fare un passo indietro. Ma davvero tanta. Chi ipotizza uno scenario del genere, provi a mettersi nei panni di Moratti e cerchi di immaginare quanto veleno ha dovuto ingoiare nei primi anni di presidenza. Non che la sua gestione sia stata sempre irreprensibile, ma sappiamo bene tutti, oggi, cos’è successo in quegli anni. Noi interisti abbiamo sofferto, abbiamo conosciuto la vera frustrazione, abbiamo sollevato polveroni combattendo contro il concetto di sudditanza psicologica, assai in voga all’epoca per giustificare certe ‘marachelle’ arbitrali. Adesso, in base all'equilibrio cosmico, è giusto che anche altri patiscano le stesse pene e l’energia con cui il giovin signore sta affrontando la questione mi lascia ben sperare: l’illusione mista a rabbia durerà ancora a lungo nell’animo di buona parte dei tifosi bianconeri (non tutti, visto che tifare Juve non significa automaticamente avere i paraocchi: conosco numerosi juventini intelligenti), quelli che oggi si ritengono vittime o che prendono ciò che pubblica Tuttosport come se fosse oro colato. A loro auguro di pensare al futuro, ancora da costruire, piuttosto che sprecare energie in aria fritta.

 

P.S. - Torno a fare la stessa proposta: se la Juventus F.C. pretende chel'Inter rinunci allo scudetto 2006, faccia un gesto di buona volontà e restituisca ai nerazzurri almeno il titolo del 1998, quello della 'sudditanza psicologica'. Visto che gli scudetti si vincono sul campo, come qualcuno sostiene, allora quello ci spetta di diritto.

P.S. 2 - Non sono cieco né sordo, so che Facchetti telefonava ai designatori e che non esistono verginelle nerazzurre. Ma ribadisco: una cosa è chiedere rispetto e cercare di ottenerlo, un'altra è dare indicazioni o comandare le istituzioni per i propri interessi. Faccio un esempio: un padre di famiglia che spara a un criminale entrato in casa sua di nascosto con l'obiettivo di derubarlo e fare del male ai suoi cari è forse colpevole? Può essere equiparato al criminale? Merita di essere incarcerato per aver difeso sé stesso e la sua famiglia? C'è chi avrebbe subito passivamente pur di non imbracciare un'arma? Meditate.

P.S.3 - Provocazione: visto che, come gli altri, neanche noi interisti siamo onesti, mi preme sottolineare che c'è qualcosa che ci distingue da altre società: non siamo mai stati in Serie B. O forse anche questo concetto è passibile di ricorso?

Sezione: Editoriale / Data: Mar 19 luglio 2011 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print