Un finale di calciomercato da Inter. Quella che sta per finire è stata una sessione estiva sull'altalena per i cuori nerazzurri, partita fortissimo con gli arrivi di Thuram e Frattesi - peraltro scippati al Milan - e proseguita con più di un inciampo. Prima il clamoroso dietrofront di Lukaku (che però è ancora a spasso nei giardinetti londinesi...), poi l'impossibilità di arrivare a Morata e Taremi, fino alla rinuncia a Balogun e al grande rifiuto di Scamacca. In mezzo pure gli addii pesanti di Onana, Handanovic, D'Ambrosio, Skriniar, Brozovic e Dzeko.

Tanto da fare in entrata in queste settimane per Marotta e Ausilio, mentre Inzaghi provava a non perdere la calma e a tenere tutti in riga con il ricordo ancora fresco del grande sogno infranto a Istanbul. Poi, pian piano, i pianeti sono tornati ad allinearsi. Prima la svolta tra i pali con Sommer-Audero, poi il potenziamento sulle fasce con Carlos Augusto dopo Cuadrado e, infine, il tassello Arnautovic a riconsegnare fisicità ed esperienza all'attacco. 

E proprio quando l'isterismo rischiava di tornare a impadronirsi dell'ambiente dopo il caso-Samardzic, ecco la risposta veemente con Pavard, ormai dato davvero vicinissimo ad Appiano Gentile. Cosa manca? Soltanto l'uscita di Correa. Il Tucu non è stato preso in considerazione nelle rotazioni durante il 2-0 al Monza, con Inzaghi che ha preferito nel finale alzare Mkhitaryan sulla linea di Arnautovic. Ormai è chiaro che l'argentino sia crollato in basso nella graduatoria del tecnico e pare sulle sue tracce sia finito, oltre al Torino, soprattutto il Betis. E Alexis Sanchez è lì che freme: non sarà più giovanissimo, ma rispetto a questo Correa - considerando le possibilità risicate d'investimento dei nerazzurri - sarebbe un upgrade sensibile.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 22 agosto 2023 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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