Non c'è che dire, è un'estate da vivere tutta d'un fiato per i tifosi interisti, abituati tra l'altro alle altalene di emozioni. Si è iniziati col cambio tecnico, passando per il mercato, che ancora tiene tutti in ansia per quelle che potranno essere le prossime operazioni in entrata e uscita, per finire con il campionato, che giusto ieri ha svelato il cammino che attende le 20 protagoniste della stagione 2017/18. Partiamo proprio dal fondo: il calendario ha riservato ai nerazzurri uno degli inizi più difficili che si potessero pronosticare. Fiorentina alla prima giornata, Roma (in anticipo al sabato) alla seconda. È vero che poi il percorso sarà sulla carta in discesa con Spal, Crotone, Bologna, Genoa e Benevento prima del derby col Milan, ma in pratica per i nerazzurri non ci sarà neanche il tempo di ambientarsi e registrare la squadra, perché si comincerà a fare subito sul serio.
Questa potrebbe essere un'arma a doppio taglio perché se è vero che iniziare col piede giusto può dare slancio e morale per tutto il resto della stagione, anche in virtù degli scontri a seguire di cui si diceva, è anche vero che iniziare male infonderebbe subito un senso di insicurezza e critica forse più all'ambiente che alla squadra e al tecnico. In sostanza: non si può sbagliare l'approccio alla stagione. Ironia della sorte, il computer della Lega ha messo subito l'Inter di fronte al suo passato: prima la Fiorentina di Stefano Pioli (senza dimenticare gli ex Viola Borja Valero, Jovetic se dovesse restare e forse Vecino), poi la Roma dove Spalletti ha lasciato un'impronta forte. Subito impegni psicologicamente probanti, oltre che tecnicamente. Calendario che dunque incrementa l'ansia dei tifosi: tra esattamente 24 giorni, data di Inter-Fiorentina, la squadra dovrà essere pronta. Meno di un mese per portare al termine il mercato e prepararsi tatticamente.
Stemperiamo però subito gli animi: il tempo c'è tutto, e i direttori stanno lavorando ininterrottamente da giorni per garantire a Spalletti i rinforzi richiesti. Continuano tra l'altro a rassicurarci che i soldi ci sono, dobbiamo quindi solo pensare che questo andamento lento sia dovuto a una comprensibile ponderazione delle operazioni di mercato, che mai come quest'anno non possono essere sbagliate. In ballo ci sono i primi quattro posti che vogliono dire Champions League, obiettivo ultradichiarato. E allora va bene andare con i piedi di piombo, purché tra 24 giorni (magari un po' prima per dare il tempo a Spalletti di farli entrare nei propri meccanismi) questi rinforzi arrivino. Certo, sposando il pensiero dell'allenatore la tournée in Asia non aiuta a cementare la squadra e a provare con calma i dettami tattici del nuovo mister, si perde più tempo a viaggiare e organizzare iniziative promozionali che lavorare serenamente in campo, ma il calcio moderno è anche questo, e allora in periodo di FFP ben venga anche questo tipo di entrate. Ma faccio anche una domanda: meglio un giocatore di medio livello subito, per placare l'ansia di dover correre dietro alle altre squadre di A (ma poi chi l'ha detto che il Milan, solo perché ha completato il mercato in due settimane è più forte delle altre?), o un top player tra 10 giorni, ma spendendo tutto il tempo necessario a completare una grande operazione? Chiaramente tutti i tifosi opterebbero per la seconda opzione, purché, ripeto, questa operazione si concluda.
Non entro nel merito del mercato perché è difficile sapere quali piste, magari celate, stiano realmente inseguendo Sabatini e Ausilio, ma non voglio neanche emettere un giudizio sul mercato al 27 luglio. Sono arrivati Borja Valero e Skriniar, buoni innesti dove serviva, non i top player ma non a caso le operazioni sono state completate in poco tempo. Ci vorrà più tempo per i vari Keita Baldé, Schick, Dalbert, Vidal, Di Maria e gli eventuali nuovi nomi che potrebbero spuntare da qui a qualche giorno. Perché giocarsi le proprie carte subito quando si hanno ancora tre settimane abbondanti di mercato? Come in un gioco a tempo, è giusto prendersi quanto più margine a propria disposizione per non sbagliare le mosse. Bastano anche uno-due acquisti di spessore, magari al 10 o al 15 di agosto, per far cambiare radicalmente volto al mercato dell'Inter. Che naturalmente ha bisogno anche di cedere e sfoltire, banalmente per avere maggiore forza economica, ma ora non è il caso di aprire una parentesi che rischia di diventare gigantesca circa i giocatori che meritano, come ha detto Spalletti, di partire.
Attendiamo con fiducia il mese di agosto, che sarà cruciale per il destino dell'Inter, e solo tra venti giorni, a giochi fatti, potremo dire se sarà stata un'estate di passione o di rimorsi.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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