Il calcio è davvero uno sport unico. E' capace di portarti dalle 'stelle alle stalle' in un battito di ciglia. Un po' quello che sta capitando da un anno e mezzo a Diego Milito, attore protagonista del Triplete e attore mancato negli ultimi mesi. Davvero incredibili i gol falliti dal bomber argentino, che mai in carriera aveva attraversato un momento così buio. Non fossimo allergici a certi discorsi, parleremo senza mezzi termini di maledizione. Una maledizione che il numero 22 nerazzurro si trascina dietro dalla notte fantastica di Madrid. E l'errore dal dischetto nella Supercoppa europea contro l'Atlético Madrid fu il primo passo falso di una lunga serie.

Solo in questa stagione si possono ricordare gli errori macroscopici con Atalanta, Lille e Cska Mosca. Il Principe del Bernal lotta, si sbatte, aiuta i compagni, dialoga, fa sponde, però poi, al momento di metterla dentro, qualcosa gira per il verso sbagliato. La porta avversaria diventa stregata e il pallone non entra più. E ridurre il tutto solo a un problema di età non basta: Milito è integro e, a differenza dell'anno passato, fisicamente sta bene. Magari non sarà al top, però lo stato atletico è quantomeno sufficiente.

Quella che si nota è una sorta di fragilità psicologica: Milito appare sconcertato, quasi deluso da sé stesso. Un'immagine che fa male a tutti i tifosi nerazzurri, legatissimi a lui e riconoscenti per sempre per quello che ha saputo dare a questa maglia, scrivendo la storia del club.

Ora la domanda è: cosa vorrà fare la società in merito a questa situazione? Ranieri ha paralto chiaro: "Io lo aspetto". Poi, però, in conferenza stampa ha aggiunto: "E' evidente che la vita di una squadra sia legata ai gol dei suoi attaccanti. Più che rincuorarlo non posso fare". Adesso bisognerà capire i piani della dirigenza. Si parla spesso di voci che riguardano Milito e i nomi che si fanno sono tanti: dal Tottenham alla Roma, passando per Genoa, Schalke 04 e Paris St. Germain. Le strade sono due: cederlo o recuperarlo totalmente.

Gennaio è vicino. Ritroveremo mai il Principe perduto?

 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 10 dicembre 2011 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni
vedi letture
Print