Sta dominando il campionato serbo con la sua Stella Rossa e adesso si prepara ad affrontare il Milan, domani a Belgrado, in Europa League. Con i rossoneri che inevitabilmente avranno la testa anche al derby scudetto di domenica. Ecco alcuni frammenti dell'intervista di Dejan Stankovic alla Gazzetta dello Sport.

Come arrivate all’andata con il Milan?
"Siamo reduci da due vittorie in trasferta, su dei campacci e con una temperatura rigidissima. Comunque direi che siamo in forma: i ritiri a Cipro e in Turchia sono serviti per staccare e ricaricarci per la seconda parte di stagione".

I rossoneri stanno un po’ frenando.
"In un cammino lungo è normale sbagliare una partita. Hanno giocato molto, non mi azzardo minimamente a fare il presuntuoso: affrontiamo una squadra tosta e di assoluta qualità, guidata da un ottimo allenatore. Faccio i complimenti a Pioli, sta raccogliendo i frutti di un lavoro iniziato proprio quando sembrava che la proprietà volesse sostituirlo".

I pericoli da temere?
"Il loro modo diretto di giocare e certe individualità: penso a Leao, Rebic, Castillejo, Zlatan, Calhanoglu, Kessié che è una macchina da guerra, ma soprattutto a Theo, decisivo quanto per noi Maicon nella stagione del Triplete. Da dietro spacca e decide le partite".

Peserà di più l’andata o il ritorno?
"Fatico a pensare che già domani avremo un verdetto, ne riparliamo al 180’. Magari ai supplementari o ai rigori. In ogni caso, che dispiacere un Marakana senza pubblico: mi creda, ci sarebbe stata la bolgia".

Sorpreso da Ibrahimovic?
"Conoscendolo bene, assolutamente no: è un professionista esemplare, uno che si esalta quando il livello aumenta. E di conseguenza, alza quello dei compagni. Non a caso, a 39 anni, è il numero uno".

Non è un male per la Serie A?
"Nonostante sia un difensore, Ramos fa la differenza nel Real Madrid. Le carriere si stanno allungando: anche Messi, che comunque ha la sua età, è sempre Messi. La qualità è qualità: gli anni non contano".

Quasi 11 ne sono passati dall’ultimo scudetto dell’Inter.
"Ora è padrona del proprio destino, l’assenza delle coppe è un vantaggio. Mi auguro che la Stella Rossa possa consegnarle un Milan stanco".

Cosa pensa di Conte?
"Ci siamo affrontati varie volte da calciatori, abbiamo parlato spesso: è uno tosto, sempre sul pezzo, che non lascia nulla al caso. Mi piace".

Eriksen ultimamente sta ingranando.
"Finora ha avuto poco spazio per esprimersi, ma è un giocatore vero: può fare la differenza, ha due piedi meravigliosi".

A Milano gli Stankovic non mancano.
"Sono contento per Filip, che si allena con la Prima Squadra accanto ad Handanovic, il suo idolo. Sta avendo un bel percorso, impara ogni giorno. E c’è anche Aleksandar, di 15 anni. Prima di tutto, devono continuare a essere delle brave persone. Nel calcio, lo sappiamo: serve l’impegno, i regali non esistono".

Un sogno da realizzare.
"Sono un bambino della Stella Rossa, allenarla è un privilegio e un onore. Ora sono qui, darò tutto me stesso fino alla fine. E non faccio previsioni, poi certo: tornare un domani alla Lazio o all’Inter rappresenterebbe la chiusura di un meraviglioso cerchio".

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Sezione: Copertina / Data: Mer 17 febbraio 2021 alle 09:24 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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