Lunga intervista della Gazzetta dello Sport a Walter Sabatini, che parla anche dell'avvicendamento tra Inzaghi e Chivu sulla panchina dell'Inter.

Sabatini, non si direbbe, ma ne abbiamo già viste delle belle.
"E il meglio deve ancora venire. Però un paio di cose le abbiamo già intuite".

La prima che la ispira.
"Che il Napoli sta avviando un ciclo di medio-lungo termine e sarà complicato tenergli testa. Visto così, viene il sospetto che per un biennio, magari anche un triennio, si vada incontro a un dominio di una squadra che era già forte di fatto e che lo sta diventando ancora di più".

Perché si cambia in maniera così massiccia in panchina?
"Questo turbinio nasconde un disagio generale, probabilmente. E il disagio ha radici certe, non rappresenta sensazioni".

Inzaghi che va via dall’Inter l’ha stupita?
"Non sono dentro gli uomini e non ho alcun diritto di avanzare ipotesi, dalla mia più semplice alla più complessa. Banalmente, si può dire che c’è sempre una fine a qualsiasi storia".

E ce ne sono altre che iniziano, tipo quella con Chivu.
"Che si è meritato l’Inter, forse la scelta appare precoce ma lui a Parma ha fatto bene, ha chiuso la stagione, che si stava mettendo male, senza mai trasmettere paura, né avvertirne. Per me ha dimostrato di essere pronto per raccogliere questa eredità in un club nel quale ha attraversato vari ruoli e tante fasi".

Ha sentito Spalletti, ovviamente.
"Per forza. Ho trovato un uomo terribilmente addolorato, ferito nel suo orgoglio. Sentiva la Nazionale in maniera schiacciante, aveva motivazioni straordinarie e ha avvertito la sofferenza. Gli auguro di trovare presto una panchina, l’unico modo che conosco per fronteggiare questa delusione. Luciano è uscito da gigante: ne è venuta fuori, nelle ultime scene, la rappresentazione della solitudine e un allenatore di quello spessore non lo meritava. Ma so chi è, quanto vale, so come si rialzerà".

Sezione: Copertina / Data: Mer 18 giugno 2025 alle 15:44 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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