Lunga e interessante intervista del Corriere dello Sport che in questo sabato 27 dicembre 2014 offre ampio spazio a uno dei volti nuovi di casa Inter. Gary Alexi Medel Soto si racconta, tra campo e vita privata, analizzando l'attualità nerazzurra, considerando tra le varie tematiche affrontate anche gli obiettivi personali e di squadra, il recente cambio-allenatore e la prossima gara contro la Juventus. Di seguito le parole del Pitbull, classe '87 di Santiago del Cile.

Medel, soddisfatto per il suo inizio di avventura all’Inter? 
"Soddisfatto no perché siamo undicesimi in classifica. Potevo dare di più io e poteva dare di più la squadra". 

Quali sono la partita più bella e quella più brutta che ha giocato finora? 
"La più brutta contro il Cagliari, la più bella con il Sassuolo". 

Cosa è andato storto con Mazzarri? 
"Personalmente con lui mi sono trovato bene e posso spendere solo belle parole per Mazzarri perché è un grande tecnico, uno che lavora molto bene. I risultati purtroppo non sono arrivati e nel calcio in situazioni del genere paga sempre l’allenatore". 

Cosa l’ha impressionata di più di Mancini? 
"Il suo modo di lavorare e la sua mentalità vincente. Lui vuole pressione alta e predilige il calcio offensivo, come facciamo noi in nazionale. E’ un grande tecnico". 

Crede che l’Inter possa qualificarsi per i preliminari della prossima Champions? 
"Sì, possiamo farcela, ma dobbiamo migliorare, vincere qualche partita di fila". 

La rincorsa è lunga: avete 6 punti di ritardo dalle terze e tante squadre da superare... 
"Tutto vero, ma possiamo anche contare su grandi giocatori e io credo in questa squadra. Dobbiamo lavorare bene e tutti uniti. Dipende da noi". 

Cosa manca a quest’Inter per fare il salto di qualità? 
"Una maggiore continuità di rendimento e vincere qualche gara di più a San Siro dove quest’anno non abbiamo regalato troppe soddisfazioni ai nostri tifosi". 

Fiducioso anche in ottica Europa League? 
"Sì. Anche in questo caso il cammino da fare è piuttosto lungo, ma far bene in Europa è un nostro obiettivo. Una società con la tradizione dell’Inter non può che puntare a vincere anche in Europa. Abbiamo tutto per farcela". 

Che idea si è fatto della Serie A? 
"E’ un campionato molto competitivo e tutte le avversarie sono toste. Da voi non ci sono partite dall’esito scontato neppure quando una squadra importante sfida una nelle ultime in classifica". 

Quali differenze le vengono in mente tra la Serie A e gli altri due campionati dove lei ha giocato, la Liga e la Premier League? 
"In Inghilterra il gioco è più fisico e ci sono molti lanci lunghi. In Spagna c’è meno equilibrio rispetto all’Italia". 

Quali sono i compagni con i quali va più d’accordo? 
"Carrizo, Palacio, Icardi e tutti i sudamericani. E’ anche una questione di lingua". 

Con l’italiano come va? 
"Capisco molte cose, quasi tutto, ma ancora non lo parlo. Preferisco lo spagnolo". 

Qual è il compagno che l’ha più impressionata in campo? 
"Kovacic. E’ davvero forte e in grado di fare la differenza". 

Qual è l’avversario più 'tosto' che ha affrontato? 
"Cuadrado. Con i suoi dribbling e la sua velocità è difficile da fermare". 

Cosa chiede Medel al 2015? 
"Una grande seconda parte di stagione. Vogliamo arrivare vicini ai primi posti in classifica e vincere l’Europa League". 

In carriera con il Boca ha segnato nel derby contro il River Plate e nel Siviglia è arrivato a quota 6 gol in una stagione, ma lo scorso anno con il Cardiff è rimasto a secco e in Serie A non si è ancora sbloccato. Si è tenuto il gol per il derby d’Italia con la Juventus? 
"Segnando alla Juve e soprattutto battendola mi farei un bel regalo". 

Cosa pensa della formazione di Allegri? 
"Ha molti giocatori di grande livello e la classifica lo dimostra. Per me vincerà il campionato anche quest’anno nonostante la Roma sia un’avversaria importante". 

Ha già parlato con il suo amico Vidal del vostro 'incrocio' del 6 gennaio allo Juventus Stadium? 
(Ride, ndr) "No, non ancora. Magari glielo accenno al suo matrimonio" 

Perché Vidal non sta rendendo come in passato? 
"Ha avuto un problema a un ginocchio che lo ha condizionato nel finale della scorsa stagione, al Mondiale e durante la preparazione. Sta forzando per essere al 100% e migliorerà molto. Non mi sembra però che stia facendo male, anzi...". 

Qual è la posizione in cui Medel preferisce giocare? 
"In nazionale vengo utilizzato da difensore centrale, nella linea a tre, ma a me piace stare davanti alla difesa". 

In quel ruolo nell’Inter del triplete c’era Cambiasso. E’ stato pesante raccogliere la sua eredità? 
"Cambiasso è un grande e la gente dell’Inter non lo dimenticherà di certo. Io però penso a me, alla squadra e a dare il massimo per l’Inter". 

In passato altre formazioni italiane l’hanno cercata? Perché ha scelto la società di Thohir? 
"Quando ho saputo che l’Inter mi voleva non ho avuto dubbi perché è un club grandissimo che in Cile ha tanti tifosi. Nella sua storia l’Inter ha avuto tanti grandi calciatori tra i quali il mio connazionale Zamorano". 

Ha parlato con lui prima di prendere la sua decisione? 
"Naturale. Ivan mi ha detto che se fossi andato all’Inter, non avrei sbagliato. Aveva ragione". 

Da dove nasce il soprannome Pitbull
"Quando facevo parte della nazionale Under 20 del Cile un mio compagno, Rodrigo Alejandro (portiere del Magallanes, formazione cilena, ndr), iniziò a chiamarmi così perché in campo aggredivo qualsiasi avversario che aveva il pallone". 

Le piace come soprannome? 
"Sì, mi piace". 

Qualcuno dei suoi compagni alla Pinetina lo usa? 
"Tutti, tranne Obi che per scherzare mi chiama 'Chihuahua' (ride, ndr)". 

Scommettiamo che a casa ha anche un Pitbull. 
"Non esattamente... Possiedo uno Shar Pei (un cane cinese di media-piccola taglia, ndr)".

Perché ha due nomi, Gary e Alexi? 
"Gary perché a mia madre piacere l’attore Gary Cooper; Alexis perché a mio padre piaceva semplicemente... il nome Alexi". 

Come è cresciuto? 
"La mia era una famiglia povera ed eravamo 4 fratelli. Diciamo che i miei genitori hanno fatto di tutto per crescerci bene in un barrio complicato". 

Complicato in che senso? 
"Il barrio Conchalì era un po’ pericoloso e di pistole in giro ce n’erano diverse. Anche tra le persone che sono cresciute con me". 

Quindi ha rischiato di... 'perdersi', di prendere strade sbagliate? 
"Ad alcuni che conosco è successo". 

L’ha salvata la sua passione per il calcio. 
"Ho iniziato a 5 anni, nel club del mio barrio". 

Tanto calcio e poca scuola? 
"Esatto. A scuola ero un po’... loco e non mi piaceva molto". 

Tra i suoi fratelli c’è qualcuno appassionato di calcio? 
"Mio fratello Kevin ha 18 anni e gioca nell’Universidad Catolica". 

Non ha mai pensato di consigliarlo all’Inter? 
"Prima si deve affermare in Cile. Per venire in Europa c’è tempo". 

Perché lei in nazionale indossa il numero 17? 
"Non sono superstizioso. Non sapevo neppure che fosse considerato un numero sfortunato". 

Cosa fa Medel nel suo tempo libero? 
"Vado al cinema, sto con la mia fidanzata e la porto a cena fuori". 

Chiudiamo con il gossip: è vero che Cristiana Morales la renderà di nuovo padre? 
"Sì, è vero e sono molto felice. Se spero in un maschio o in una femmina? Ancora non so il sesso. Speriamo solo che non siano altri due gemelli. Ho già dato... (ride, ndr)".

Sezione: Copertina / Data: Sab 27 dicembre 2014 alle 07:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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