L'ex portiere nerazzurro Julio Cesar, uno degli eroi della stagione 2009-2010, è il protagonista della puntata di questa sera di 'A Night Not for Everyone... Home Edition', format di Inter Tv

Sei in Brasile?
"No, a Lisbona, dove vivo da cinque anni. Una città che mi piace tanto, molto simile a Rio de Janeiro. Poi la lingua non è mai stata un problema, però ho scelto di vivere qui perché geograficamente è un'ottima posizione e il clima è ottimo".

Sai cosa succedeva dieci anni fa?
"Sì, mi ricordo benissimo... Magari non tutto, ma le cose più speciali sicuramente".

Dieci anni dopo, ci si rende conto di aver fatto un'impresa incredibile.
"Sì, specie vedendo anche altri club che non sono riusciti a raggiungere questo traguardo molto difficile. Racconto un aneddoto: con Dejan Stankovic parlavamo del Barcellona che aveva fatto il Triplete l'anno prima e poteva vincere altri trofei. Quell'anno siamo arrivati a vincere cinque titoli su sei, con Deki facevamo un po' il conto dei titoli mancanti...".

Difficile vedere una serie di giocatori così al top nella storia dell'Inter. Avete battuto le big dei principali campionati europei.
"Io penso che la forza di quel gruppo sia stata José Mourinho, che è riuscito a prendere una rosa con personaggi importanti e farla andare nella stessa direzione. Questo fa la differenza in un grandissimo leader. Mourinho è stato acquistato per vincere la Champions e dopo 45 anni ci siamo riusciti. Ma penso che il segreto fosse la mentalità vincente portata da lui, specie in Europa. Lui faceva credere a tutti di essere i migliori nel proprio ruolo. La nostra forza è avere avuto l'umiltà di pensare come gruppo, quello è stato il nostro segreto".

Ma è vero che Mourinho ti stuzzicava?
"Nel secondo anno abbiamo litigato spesso, ma in senso buono... Io sono molto emotivo e lui aveva una filosofia di gestione del giocatore che lo portava a stuzzicarlo per farlo rendere al massimo. Ma quando mi sgridava, io andavo giù. Mi sono messo in testa che dovevo affrontare questa situazione scendendo in campo pieno di fiducia e per questo dovevo affrontare Mourinho. Psicologicamente ne avevo bisogno, e penso di avere fatto la scelta giusta. Quando mancavano 10 partite, gli ho detto che avrebbe visto un Julio Cesar mostruoso in un faccia a faccia con lui. Quello fu un momento chiave".

Le tre parate più belle del tuo periodo all'Inter?
"Al primo posto quella su Messi nella semifinale col Barcellona. Poi mi è piaciuta molto una parata su Alex in Fenerbahçe-Inter 2007, parata molto difficile con la mano di richiamo. Infine, ricordo un intervento su punizione in Twente-Inter nel 2010. Molte persone non capiscono molto di questo ruolo, tanti non sanno cosa fare per riuscire a fare certe parate. Su quella punizione serviva velocità nello spostamento, e serve anche la forza per cercare il pallone. Questo mi porta a dire che fu una bella parata".

Sul gruppo Whatsapp della squadra del Triplete.
"Lo ha creato Marco Materazzi, ci divertiamo molto scherzando e ricordando i bei momenti insieme. Mourinho, poi, è molto attivo, scherza tanto. Poi Matrix prende in giro Muntari, sono 3-4 persone che lo beccano un po' e lo fanno arrabbiare".

Cosa si prova in momenti come quello della parata su Messi?
"E' stata una cosa per me strepitosa, anche perché non sono molto alto. Però avevo tanta forza nelle gambe, e penso che quella parata su tiro a giro fosse di grande difficoltà. Sentivo di avere fatto una grande parata anche per il momento della partita, eravamo sullo 0-0 e al Barça servivano due gol. Avesse segnato, le cose sarebbero diventate ancora più difficili. Rivedendo l'azione, i tifosi del Barça già gridavano gol e poi si misero le mani nei capelli. Tutti i tifosi mi ricordano quel momento quando torno a Milano".

Quell'anno sei stato anche eletto miglior portiere della Champions.
"Avevo un sogno da ragazzino, quello di diventare calciatore. Poi sono andato via dal Brasile, arrivo in Italia e trovo una famiglia che mi ha accolto in maniera strepitosa. Io pensavo che non avrei mai ottenuto certi traguardi, ma quando hai l'opportunità di ottenerli con l'Inter i valori individuali saltano fuori. Quando ho ricevuto il premio sembrava stessi sognando, dovetti darmi un pizzico per capire se fosse vero".

Quali sono i tre momenti più emozionanti della tua carriera?
"Sicuramente la Champions 2010, poi con la Nazionale penso alla prima convocazione. Solo indossare la maglia della Nazionale e sentire l'inno, anche solo per un'amichevole, è una cosa bellissima. Poi, il coro dei tifosi interisti per me".

Al termine del collegamento, Julio Cesar si esibisce in una coreografia da Tik Tok con Alice De Bortoli. "Adesso quando vedranno questa roba i miei ex compagni, mi prenderanno in giro...". 

Sezione: Copertina / Data: Gio 14 maggio 2020 alle 21:35
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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