Se la famosa pellicola di guerra Tora! Tora! Tora! "descrive i preparativi e l'attuazione dell'attacco a Pearl Harbor" (cit.) come si fa a non pensare che il triplo proposito formulato 'al maschile' da Martinez (Toro! Toro! Toro!) altro non sia che un identico intento 'bellicoso' per l'assalto nerazzurro alla finale di Monaco di Baviera? Oddio, a rigor di storia, sono anni ormai che non ci sono più giapponesi nella rosa nerazzurra (l'unico, Nagatomo, è rimasto all'Inter, di fatto, fino al gennaio 2018). Ma quell'originario messaggio in codice - un acronimo nella lingua del Sol Levante che indicava la riuscita dell'attacco lampo a sorpresa: una sorta di versione nipponica della 'Blitzkrieg' tedesca - è arrivato comunque forte e chiaro grazie alla decrittazione riuscita al Toro argentino. Anzi, va tributato pure un ulteriore plauso 'etico' a tutti i nerazzurri per aver deciso - nonostante gli interessi della differenza reti per un ipotetico 2o posto finale - di non infierire troppo su un avversario ridotto prima in 10 (dal 12o dopo l'espulsione di Mawissa) e poi addirittura in 9 (dall'84o a seguito dell'infortunio di Teze, a cambi francesi esauriti).
Che il pudore (o l'ipocrisia altrui) sulle mire nerazzurre sia stata messa decisamente al bando lo si misura da una breve raccolta delle dichiarazioni rese dai giocatori a fine gara. Forse mai così esplicite come ieri sera. A cominciare dallo stesso Lautaro Martinez che, senza mezzi termini, è andato dritto al punto: "Non ci nascondiamo, il nostro OBIETTIVO È (anche) VINCERE LA CHAMPIONS". E non può certo essere un caso che almeno altri 2 nerazzurri - solitamente 'equilibrati' nelle loro dichiarazioni post partita, se non restii al sorriso come, rispettivamente, appaiono Mkhitaryan e Dumfries - si siano, invece, lasciati andare ad argomentazioni finora mai ascoltate. L'armeno ha dichiarato ad Amazon Prime: "(...) Siamo l'Inter e se giochiamo il nostro gioco SIAMO INGIOCABILI". Concetto che ha dovuto ribadire altre 2 volte prima di convincere un intervistatore inizialmente 'dubbioso'. Mentre invece l'olandese volante ha dato prova di conoscere la lingua italiana meglio di un Checco Zalone in versione canterina: "SIAMO UNA SQUADRA DAVVERO FORTE". Mica: "Siamo una squadra fortissimi"...
In ogni caso, ad essere pignoli e forse anche un po' per provocare gli eventuali lettori, è davvero paradossale che un risultato del genere dei nerazzurri possa aver comunque lasciato delle scorie disciplinari. Ossia, con una partita in pieno controllo già dopo il primo quarto d'ora, non può lasciare indifferenti il fatto di averla terminata con il raddoppio del numero dei diffidati: ai 2 preesistenti (Barella e Dumfries) si sono ora aggiunti Pavard ed Asllani. Ad onor del vero, ai nerazzurri è andata pure bene - una volta tanto... - con l'arbitro di turno, visto che il fischietto bosniaco Peljto ha risparmiato un cartellino giallo al centrocampista sardo che gli avrebbe fatto saltare l'andata degli ottavi di finale. Giova, però, ricordare che, per ironia della sorte, almeno il rischio della squalifica pendente sul capo del giocatore albanese dovrebbe essere compensata dal molto prossimo ritorno in campo del titolare Cahlanoglu.
Per chiudere - proprio per omaggiare l'hat trick del Toro Martinez - vengono in mente almeno 3 pillole nerazzurre fra colore e mercato.
La 1a PILLOLA
Nelle pagelle di Tuttosport su Inter-Monaco è stato imputato al tecnico dei monegaschi un "atteggiamento suicida". Ma non si riscontrerebbe niente di anomalo in questo giudizio impietoso. Giusto sapendo di aver a che fare con un tecnico di natali austriaci e che all'anagrafe fa Adolf (per gli amici Adi) Hütter. E con certe estrazioni territoriali ed assonanze risulta davvero impossibile apparire disallineati con la storia...
La 2a PILLOLA
Avendo i nerazzurri già in rosa il polacco Zieliński ed essendo in itinere pure il connazionale Zalewski (anche se nato a Tivoli), c'è solo da augurarsi che gli americani di Oaktree - magari per ordini superiori provenienti dal redivivo castigamatti, nonché sedicente "peace giver" a stelle strisce... - non si ritrovino prescelti per trovare un nuovo posto di lavoro ad un prossimo "disoccupato di lusso" come il leader ucraino Zelenskj. Infatti già sembra di sentire le eventuali imprecazioni dei poveri giornalisti di settore obbligati, se del caso, a frequentare un corso di ascolto di lingue slave. Tra Zieliński, Zalewski e Zelenskj sarebbe davvero un bel guazzabuglio non solo ortografico...
La 3a PILLOLA
Alla luce del profluvio di ruoli in cui è stato provato alla Roma il giocatore polacco Zalewski - ben 9: si controlli pure su Transfermarkt alla voce "Rendimento per stagione" - verrebbe da pensare che i vari staff tecnici capitolini succedutisi dal lontano 2017 (settore giovanile compreso) abbiano proprio applicato un mantra 'indigeno': "Ndo cojo cojo!"...
Ed allora al Demone di Piacenza non sembrerà forse vero di poter plasmare siffatto 'materiale grezzo', altrimenti detto giocatore duttile...
Al momento, però - opinione dello scrivente - piuttosto ingaggerei per 5 mesi Biraghi. Se non altro per giovarsi - a parte che per tutti gli altri vantaggi - anche della sua voglia matta di rivalsa contro il tecnico Palladino per averlo emarginato già dallo scorso novembre nonostante Cristiano fosse un apprezzato leader e financo capitano viola. E con un imminente doppio incrocio nerazzurro proprio contro la Fiorentina, la dinamite nel sinistro di Biraghi sulle punizioni (in tutti i sensi le si vogliano intendere...) potrebbe davvero tornare molto utile alla causa interista.
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