È un vero peccato che Michail Gorbačëv e la consorte Raisa non abbiano avuto figli maschi: solo Irina. Che poi, a scanso di equivoci, non sarebbe stata lei a diventare la moglie di quel Batistuta innamorato a favore di telecamera... 

No, perché memori del fatto che il penultimo Segretario generale del PCUS sia stato anche il padre della cosiddetta perestroika, nonché apprezzato soprattutto per la famosa politica della Glasnost' 

(TRASPARENZA), un suo eventuale discendente maschio avrebbe potuto detenere quel 'patrimonio genetico' idoneo per pareggiare i conti di una certa bilancia commerciale... Quella degli scambi pallonari tra l'Italia e l'ex Unione Sovietica.

Ci si riferisce al fatto che l'attuale designatore arbitrale UEFA, l'ex fischietto torinese Roberto Rosetti, sia stato per 2 anni e mezzo (dal giugno 2011 al dicembre 2013) anche il capo degli arbitri russi. Senza, però, che un suo omologo ex sovietico proveniente da quella evocata famiglia abbia mai replicato un'analoga esperienza professionale sul suolo peninsulare. Di questi tempi - con quel popò di innate attitudini - tale, ahinoi, soggetto fantomatico avrebbe potuto giovare moltissimo al casus belli nostrano: la gestione della tecnologia VAR nella massima TRASPARENZA possibile. Ben oltre quella (solo virtuale) garantita dalle pareti in vetro delle 8 salette del centro TV di Lissone... E la sua eventuale 'calata' in Italia avrebbe potuto materializzarsi pure in barba a coloro che magari l'avrebbero potuto tacciare di essere, in realtà, una qualche spia ex sovietica. Al pari di quegli operatori della missione sanitaria russa sbarcati a Bergamo durante l'emergenza Covid...

Si dà allora il caso che, a proposito di popò - stavolta con accezione meramente anatomica - il designatore Rocchi possa aver avvertito, di recente, una dolorosa vampata alle natiche (mi si passi il ricorso ad una simbologia del dolore così goliardica...). Peraltro difficilmente confondibile con il calore tenue di un fuoco fatuo. Almeno che il designatore non sia rimasto scosso proprio da un incubo in cui gli sia balenata una qualche prossima ambientazione cimiteriale...

Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che non sia passata inosservata la differenza fra 2 precisi lassi di tempo. Giusto quello tra il mese intercorso dal giorno della disputa di Inter-Roma (27 aprile) - con contestuale 'sparizione' di compromettenti audio del VAR sul rigore non concesso ai nerazzurri - fino alla loro miracolosa ricomparsa nell'apposito show di Rocchi a DAZN (26 maggio) e gli appena 4 giorni passati invece dall'invio della lettera-denuncia dell'assistente arbitrale Rocca alla suddetta comparsa in video del designatore con solo uno dei sorci in bocca. Chissà che puzza in quello studio TV, col ratto 'defunto' da 1 mese!

Nel frattempo - glissando (si fa per dire!) sulla ricostruzione giornalistica de "Il Fatto Quotidiano" circa l'esistenza di una serie di supervisori, affatto normati dal protocollo, che interferirebbero nei locali del VAR di Lissone - non hanno fatto meno scalpore le pronunce di almeno 2 dirigenti delle massime istituzioni sportive nazionali. 

Da una parte, il tenore 'garantista' delle dichiarazioni rese da Antonio Zappi - presidente di un'AIA tuttora costola insulsa della FIGC anziché essere un ente indipendente - che alludevano ad implicanze e moniti come al solito abusati: "(...) chiunque metta in discussione l’onorabilità e l’immagine dell’AIA e dei suoi dirigenti ne risponderà in tutte le sedi competenti. Le parole hanno un peso ed INSINUAZIONI PRIVE DI PROVE mettono anche a rischio l’incolumità di chi indossa la divisa arbitrale sui campi di periferia".

Come se il torbido che aleggia da anni sulla loro categoria - dunque con in ballo l'immagine e l'onorabilità dell'AIA - non fossero stati anche i loro stessi membri ad alimentarlo con i disdicevoli comportamenti smascherati da Calciopoli. E costoro vorrebbero pure ridiventare 'verginelle' solo con qualche fisiologico avvicendamento ai loro vertici apicali e negli organici tecnici o, peggio, con uno uso del tutto opinabile (eufemismo!) delle nuove tecnologie applicate al calcio. Ma non solo: tenterebbero pure di farsi scudo con l'incolumità da preservare a quei giovani fischietti mandati ad arbitrare nei campi di periferia. Ove il pubblico non è infatti meno prevenuto di quello degli stadi metropolitani.

Dall'altra parte hanno fatto una certa impressione pure le parole di sufficienza, se non di superficialità, del presidente FIGC. Con le quali Gravina ha derubricato l'iniziativa intrapresa dall'assistente arbitrale Rocca come se volesse adombrare sul denunciante - al pari dell'omologo Zappi - l'accusa di apparire quasi come uno sprovveduto: "(...) quando c’è qualcuno che SOFFRE, ricorre in manifestazioni di questo tipo".

Ora si vuole pensare - tra il serio ed il faceto - che sarà proprio su una diversa ortografia di quel verbo in maiuscolo che si giocherà la partita delle auspicate inchieste. Tirando in ballo un sagace calembour giornalistico copiato a Marco Travaglio, non si può infatti che nutrire il forte sospetto che ci sia più di qualche soggetto che S'OFFRE - anche se sarebbe più opportuno parlarne già al passato - al soldo fraudolento dei rappresentanti di non meglio precisati gruppi di potere. Insomma, il gioco (perverso) di un apostrofo che farebbe tutta la differenza del mondo.

Si vedrà se la Procura Federale sarà in grado di far luce onestamente su quello che, a tutti gli effetti, altro non sembrerebbe che un ignominioso rigurgito di Calciopoli. Almeno che non ci siano elementi probatori tali da configurare il reato di frode sportiva per il quale dovrebbe scendere in campo anche la Magistratura ordinaria.

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Mer 28 maggio 2025 alle 18:08
Autore: Redazione FcInterNews.it
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