Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra e tutti giù... dal carro! Di Stramaccioni. E' bastata la sconfitta contro il Siena per invertire nuovamente la rotta dei passeggeri in attesa sulla tratta SerieA-Va'dovetiportailrisultato, pronti a cambiare biglietto. E così il tagliando Evvivastramaccioni è stato prontamente sostituito con Crocifiggiamoquelpivello. Nulla di cui stupirsi, in fondo. Però vale la pena evidenziare le solite opinioni scellerate fatte passare come la verità assoluta.

Dicevamo, il post-Siena. Da criticare c'è, anche a livello tattico. In fondo, è stato lo stesso tecnico nerazzurro ad ammettere pecche nell'assetto attuale, che consente agli avversari una transizione troppo facile in ripartenza. Parlando di calcio, possiamo dire tranquillamente che l'Inter manca di equilibrio, negli uomini e nell'impostazione. Un equilibrio che è di fondamentale importanza soprattutto in Italia. In un campionato in cui, sebbene ormai di livello medio, ogni squadra è bene organizzata. Ma forse quello che non si è capito è che si sta disquisendo sulla questione più importante, perché nel momento in cui si troverà la chiave di volta, l'Inter girerà a mille. Avere una difesa imperforabile e al contempo non rinunciare alla qualità offensiva è il segreto del successo. Più facile a dirsi che a farsi.

Ciò che resta inconcepibile è l'accanimento verso Stramaccioni. Muti dopo le vittorie di Torino e Pescara, i trombettieri hanno ripreso fiato per suonarle al buon Andrea. Pochi quelli che han fatto leva su disquisizione tattiche. Troppi quelli che hanno attaccato l'allenatore romano sotto il profilo della giovane età e della presunta inesperienza di panchine. La parola ricorrente è 'gavetta'. La storia è nota: “Stramaccioni non ha fatto gavetta”, dicono. Oppure: “In momenti come questo serve esperienza”, “Se lui allena l'Inter, io allora...”, “Troppo giovane, non riesce a tenere in pugno lo spogliatoio”, “In Italia non esiste meritocrazia”.

Meritocrazia? Meritocrazia??? Per definizione, la meritocrazia assegna dei ruoli con criteri di merito, appunto, e non di appartenenza. Un sistema meritocratico non discrimina e non si fonda su preconcetti di sesso, razza, rapporti sociali. In questo caso particolare si potrebbe dire che la meritocrazia non fa caso all'età, alla carriera da calciatore o allo stipendio percepito. Chi, vedendo Stramaccioni sulla panchina dell'Inter, parla di meritocrazia calpestata, afferma esattamente il contrario. Chi parla di giovane età e di inesperienza tout court, è come se volesse inquadrare tutti secondo un ferreo modulo di iscrizione. Ma ve li immaginate i presidenti di Serie A recarsi all'ufficio di collocamento per allenatori? “Vorrei prendere Villas-Boas, ma non posso: ha vinto  già tanto, però ha solo 35 anni e il regolamento della casta, redatto attraverso rigidi parametri precostituiti, non permette a un tecnico inferiore ai 45 anni di sedere sulla panchina di un top-club europeo”. Esilarante.

L'unico criterio accettato è quello legale. Per fortuna. Non ne vedo altri. Moratti ha infranto qualche norma assegnando la panchina dell'Inter a Stramaccioni? No. Punto e basta. E se poi è un allenatore scarso, peggio per lui. Si brucerà in caso di fallimento? Sempre peggio per lui. Ma non vi inventate battaglie socio-politiche. Non sareste in grado di reggere il confronto. Come, evidentemente, non siete in grado di reggerlo in campo.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mar 25 settembre 2012 alle 12:15
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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