Serviva l'intervento di una persona informata realmente sui fatti per fare chiarezza sulla vicenda più intricata della scorsa estate. Anzi, dell'ultimo anno e mezzo. Si è esposto Roberto Calenda, agente Fifa molto vicino all'Inter ed espertissimo in materia sudamericana. E ha ribadito un concetto che in tanti hanno preferito ignorare pur da attaccare l'Inter: per Lucas era fatta, sarebbe stato lui il top player nerazzurro, il simbolo del nuovo corso, il novello Luiz Nazario da Lima che avrebbe riacceso l'entusiasmo della tifoseria. Il regalo che Moratti voleva fare a sé stesso e ai sostenitori, nonostante il fango lanciatogli negli anni post-Triplete.

"Il corteggiamento è iniziato un anno e mezzo fa tra l'Inter e il ragazzo, e io stesso sono stato tanto tempo in Brasile. Un grande lavoro, intenso, assieme alla dirigenza nerazzurra. Lucas aveva scelto l'Inter e lo aveva comunicato al Sao Paulo". Un'ammissione vera e propria, l'affare era ormai chiuso e la volontà dell'esterno paulista era chiara. Voleva vestirsi di nerazzurro quanto prima. Poi, nel momento della chiusura, l'arrivo poco elegante del Paris Saint-Germain, che sfrutta l'unica merce di scambio che conta: il denaro. E trova la 'strada spianata' poco prima che i nerazzurri chiudessero l'affare. Davanti ai soldi, anche gli accordi verbali e le strette di mano vanno a farsi benedire.

Non è più tempo per l'etica, nessuno se la può permettere. Come scrissi tempo fa, è un lusso. Ed evidentemente sotto la Tour Eiffel se ne sbattono altamente del rispetto del lavoro altrui. Hanno i soldi e si tolgono gli sfizi, stimolando la zona erogena più sensibile soprattutto in Brasile, dove il real (moneta locale, non squadra di Mourinho) ha un peso specifico esorbitante. Ergo, game over. Un lavoro di un anno e mezzo gettato al vento. I viaggi in Brasile di Branca e Ausilio, su cui in tanti hanno fatto della facile e stucchevole ironia, annullati da un assegno last minute che ha ribaltato le gerarchie costruite nel tempo. Amen, c'è poco da aggiungere, la realtà è questa e dobbiamo metterci il cuore in pace.

Moratti parla di 'fantasia' nelle trattative, in assenza di pecunia è una scelta obbligata. Alla voce fantasia io aggiungo le pubbliche relazioni, lavorare sui fianchi degli obiettivi e dei rispettivi club è sempre consigliato. Augurandoci ovviamente che al momento di apporre le firme, lo sceicco tal de tali non si svegli e si tolga l'ennesimo sfizio, danneggiandoci (chiudiamo subito per Paulinho, le 'prenotazioni' possono essere disdette!). Da questa vicenda e dalle parole di Calenda, si evince l'ottimo lavoro della società che a furia di voli transoceanici aveva ottenuto il sì da uno dei craque del calcio brasiliano. Immaginate la faccia di Branca e Ausilio quando hanno saputo dell'intromissione veemente di Leonardo, al quale piace evidentemente vincere facile.

Dopo l'episodio Lavezzi (anche in quel caso era davvero un'operazione solo da concretizzare), non mi sorprenderebbe se i nostri due dirigenti si rifiutassero di stringere la mano al d.g. del Paris Saint-Germain la prossima volta che se lo troveranno davanti. Poco elegante?

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mar 11 settembre 2012 alle 04:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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