Che si titoli pure con l'occhiello: "Ultimi rigurgiti di Inter-Napoli". E con l'immancabile sommario: "I rimpianti dei nerazzurri per una vittoria/primato solo sfioricchiati". Il titolo principale di apertura? A scelta, dopo l'orrido e precedente spreco con la Juve!
Chissà! FORSE AVREBBE DATO FASTIDIO un esito diverso di Inter-Napoli, visto che altri 2 fratelli (d'Italia) appartenenti ad una stessa famiglia che piace - dunque piacentina... - avrebbero potuto trovarsi a detenere, all'unisono, il potere nelle classifiche delle 2 maggiori Serie professionistiche nostrane. Con gli Inzaghi ai vertici della A - attraverso Simone, secondo di fatto, sebbene 'potenzialmente' primo - e della B, tramite Filippo, capolista solitario col Pisa in cadetteria. In altri ambiti, invece - tipo nell'agone politico peninsulare - nepotismi, cognatismi, ed amichettismi affini sono bramati ed attuati senza alcun ritegno o pudore...
Ma si torna volentieri al calcio. Massì, un bel mischione, pardon, un 'campo largo' o le 'larghe intese', per dirla col gergo caro ai propugnatori di precedenti (ed infausti) governi tecnici. Sì, insomma: un tutti insieme appassionatamente... Ed infatti quello 'sciroccato' di Siffredi - che da imminente pensionato, dunque restìo ad appendere gli attributi al chiodo, lo si ritrova coinvolto ovunque come il prezzemolo... - ci metterebbe forse un nanosecondo per configurare a modo suo l'attuale classifica di Serie A. Semplicemente la identificherebbe come una sorta di 'gang bang' sul sempre agognato scudetto che, in ogni caso, non farebbe la fine della "Sora Camilla, che tutti vogliono e nessuna piglia". Anche se un tricolore 'svilito' da cotanta ammucchiata al ribasso - perché raggiungibile, con l'attuale proiezione partenopea, ad appena sopra la quota di 80 punti - non sarebbe un lascito prestigioso da consegnare agli almanacchi del calcio.
O FORSE, secondo un filone collaterale, RISULTAVA DISDICEVOLE che certi ex arbitri - folgorati sulla via di Cologno Monzese, provincia lombarda mica entroterra siriano... - giustificassero i loro ingaggi come moviolisti in sedicenti reti generaliste NON uniformandosi alla vulgata più ricorrente... Ossia quella impostata coi riflettori univocamente puntati sul raccontato "rigorino" di Inter-Napoli, per distoglierli, invece, dal macroscopico fallo di mano di Olivera nel contrasto con Lautaro.
Cesari, per dire, nell'ultimo Pressing si era addirittura inventato un nuovo linguaggio fatto di perifrasi (sì, vabbé!) argomentando - parola grossa - di "normale dinamica di gioco" per non rischiare di anticipare l'obsoleta ed anacronistica evocazione normativa tirata in ballo dalla Gazzetta la mattina dopo. Ossia da quel quotidiano che nella sua moviola dello scorso lunedì 11 aveva cianciato di "TOCCO CASUALE" a proposito del contrasto tra i 2 sudamericani nella gara del Meazza. Opinione che il Vs. Cavasinni aveva, però, magistralmente stigmatizzato: "(...) come se questo (il tocco di mano, nda) fosse un parametro dirimente, quando è noto a tutti come la volontarietà sia stata cancellata da anni nel regolamento". Chapeau!
E pensare che negli highlights di DAZN su Inter-Napoli avevano dato lodevolmente conto di "un tocco di mano da parte di Olivera nel contrasto con Lautaro". Salvo poi uno degli ex arbitri sotto contratto televisivo (Damato o Marelli?) allinearsi alle NON decisioni della sala VAR, arrampicandosi sugli specchi per sostenere che si trattava di un "CONTATTO TOTALMENTE FORTUITO perché nascente da un rimpallo". Vergogniamoci per loro!
Od ancora, FORSE PAREVA BRUTTO che Inzaghi, vincendo magari col Napoli, avesse potuto trovarsi nelle condizioni ideali per rottamare finalmente quella vecchia diceria del Trap sull'effetto centrifuga dell'ambiente nerazzurro. Giusto sulla scorta del fatto che Simone da Piacenza si sia nel frattempo issato con merito - oltre già stabilmente in posizioni apicali della Champions - anche in quelle di vertice nostrane. Di sicuro più consone - ormai da anni - a cotanti stakeholder interisti: siano essi impersonati da azionisti societari (compreso l'ingiustamente vituperato Steven Zhang, fresco vincitore della causa contro la CCB...), dirigenza, tecnico, organico e staff assortiti, ma non ultime - visti i confermati numeri di affluenza allo stadio - dalle moltitudini di tifosi ed appassionati nerazzurri.
Ora - e fino alle prossime idi di marzo - la Serie A non avrà finalmente più soste, né dovrà combattere contro seccature affini. Motivo nerazzurro sufficiente per piangere il giusto sul latte versato. A patto, però, di darci un taglio con certe malintese pratiche pauperistiche: insomma, basta con gli sprechi di punti a favore di Tizio o Caio. E Dio non voglia che si profili pure Sempronio. Farebbe rima 'giusto' con Marcantonio (Bentegodi): per carità! Aver finora impattato ben un terzo delle gare di campionato (4 su 12) pare abbia fatto incazzare persino i 2 francesi dell'Inter. Fino a far sbottare Thuram e Pavard nella loro lingua madre: "C'est une honte (Inter)nationale!" Pure a prescindere dal fatto che quegli 8 punti siano stati indifferentemente scialati contro squadre d'alto bordo come Juve e Napoli oppure di fronte ad altre che ora bazzicano nelle periferie della Serie A: tipo Genoa e Monza. Con il tecnico dei grifoni appena esonerato e col collega brianzolo già da tempo sull'orlo di una crisi di nervi ed alla mercé di quella di mera identità del suo mentore, ormai più in versione prepensionistica da "Condor pasa" piuttosto che in quella da antichi fulgori mercatari dei "tre giorni"...
L'evocazione di Galliani tira in ballo per forza quelli del Milan che, invece - per quanto finora gli unici in grado di battere i nerazzurri - lo scrivente ritiene al di fuori del novero delle candidate al titolo. Non foss'altro perchè capaci - a tutti i livelli - di riempirsi solo la bocca con proclami e slogan che manco la più ingannevole delle pubblicità. Tale, infatti, da non attecchire nemmeno nei peggiori bar di Milanello. Da Cardinale a Fonseca, da Scaroni a Ibra è tutto un issare (fantomatici) vessilli che quanto a 'decoro sportivo' sfigurerebbero persino al confronto con quello 'casto e puro' esibito da tal Ambrosini su un certo pullman scoperto...
Entrando nel dettaglio, di "tornare a vincere" favoleggia un mese sì e l'altro pure il 'porporato' rossonero per eccellenza, proprio ad immagine e somiglianza del suo braccio operativo svedese. Con quest'ultimo tanto fuori dall'organigramma societario quanto di testa per le sue uscite dialettiche talvolta meno lucide di quelle di Cassano. E avrei detto tutto!
Il tecnico portoghese continua, invece, ad ambire al "gioco dominante" dei suoi. Magari non ci riuscirà con l'imberbe - dunque già in via di rosolamento mediatico... - 'Camarda spaziale'. Ma qualche chance in più Fonseca potrebbe magari averla attendendo al varco gli agognati arrivi dal mercato invernale: tipo l'UFO Robot Goldrake 2.0...
Poi si distinguono gli sproloqui del presidente dei dirimpettai Scaroni circa la veste rossonera di "unica vera squadra di Milano" che meriterebbero solo pernacchie da parte di Marotta. Ma l'omologo nerazzurro continua, invece, ad adottare ben altra cifra stilistica di comunicazione. Le sortite del vicentino Scaroni non sarebbero degne nemmeno del repertorio dei suoi conterranei cabarettisti dell''Anonima Magnagati' e sfigurerebbero financo all'asilo Mariuccia milanese. Pertanto, quello specifico argomento dovrebbe solo essere oggetto di un apposito 'corso di recupero' (di memoria) curato - scomodandolo da lassù - dal sempre disponibile avvocato Prisco...
Ed infine di nuovo lo svedese che - almeno quando presente a Milanello - ciancia inoltre di voler fare la storia ed invece, su quel tema, è solo l'ultimo della serie a pronunciarsi. Peraltro vaneggiando e pontificando come il meno sincero di certi rappresentanti governativi... Tipo quando incensa la sua militanza rossonera come la più gratificante fra le altre 2 della sua carriera italiana. Per esemplificare: "Ho giocato in grandi club, ma il Milan mi ha dato più di tutti. Ora non mollo finché non vinco". Facendo finta costui, senza alcun pudore, di dimenticare che l'en plein di SCUDETTI SANI (tre su tre), in Italia l'ha realizzato esclusivamente in maglia nerazzurra. Palmares al quale solo gli stolti continuano ad aggiungere i due BACATI (sul campo) con la casacca bianconera (l'ultimo a gigioneggiare con la (s)memoria? Quell'incorreggibile di Buffon...); e quell'altro 'vantabile' da milanista (oltre all'unico sano), ma 'COL VERME DENTRO'. L'allusione è all'episodio del famoso gol fantasma di Muntari del 2012.
Ora, per chiudere in bellezza con la storica rivalità tra Inter, Juve e Milan urgerebbe giusto un sondaggio comparativo tra i 'LETTERATI' delle 3 sponde. Infatti si resta pienamente convinti che l'idea che troppi calciofili siano degli emeriti 'ignoranti' porti solo fuori strada. Generalizzare, d'altronde, è sempre sbagliato, ma una testimonianza significativa potrebbe giungere dall'esito, appunto, di un sondaggio fatto ad hoc. Tipo: se fosse chiesto ad un qualsiasi tifoso juventino o, in subordine, ad uno del Milan, cosa significhi la sigla PPP, tutti risponderebbero all'unisono: 'PUNTI PER PARTITA'. Chè per quelli (e affini...) vincere è l'unica cosa che conta... Ma se la stessa domanda fosse posta, chessó, anche ad una decina di interisti, c'è da scommettere che almeno 5 di loro risponderebbero che quell'acronimo potrebbe anche nascondere le generalità di PIER PAOLO PASOLINI. Sarebbero soddisfazioni! A prescindere dai gusti di ognuno...
Orlando Pan
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