“Che noia che barba, che barba che noia”. Si sente solo questa frase nell’Italia calciofila non interista, negli ultimi cinque anni. E’ non la si ripete per omaggiare Raimondo Vianello, indimenticato gentiluomo e tifoso nerazzurro, che assorto nel letto in un’attenta lettura della Gazzetta dello Sport, si sentiva ripetere sino alla noia questo simpatico lamento della moglie Sandra Mondaini. Lo stesso lamento che dal 2006 sino ad oggi si sparge per tutto lo stivale italiano, un lamento di un'Italia calcistica ‘stufa’ dei trionfi nerazzurri. Un lamento che tutti noi ci auguriamo ancora di sopportare per tanto altro tempo, un piccolo sacrificio per tutte le nostre vittorie. Gli annoiati del calcio italiano però, sono una razza indistruttibile, che come un buon Terminator (sì, proprio come quelli del film con Arnold Schwarzenegger) si rigenera e torna più forte alla carica per cambiare il corso della storia. Il nuovo indistruttibile androide, costruito con dovizia dagli scienziati che si oppongono al progetto di onnipotenza nerazzurra, ha le sembianze zigane di Zlatan Ibrahimovic. E’ lui la speranza del futuro dei non-interisti. Il suo ritorno a Milano, nella parte rossonera del Naviglio, fa nutrire nuove aspettative, accende nuovamente gli entusiasmi di coloro che da tempo vorrebbero un campionato alla pari, senza la disparità netta, evidenziata in questi ultimi anni, tra l’Inter e le altre.

D’altronde per sconfiggere l’opprimente tirannia nerazzurra, gli annoiati sono ricorsi ad Ibra, da tempo specialista dello scudetto, un titolo che fa suo dal 2003, quando vinse l’Eredivisie, continuando poi la sua striscia in Italia, due volte con la Juventus, tre volte in nerazzurro e concludendo con la Liga, lo scorso anno. Ibra torna in Italia, territorio di caccia preferito, ma la bestia che dovrà cacciare è un esemplare raro e vincente, dalle sembianze nerazzurre. Per lui, esperto cacciatore delle foreste della Serie A, sarà compito duro anche se la voglia di ‘uccidere il mostro’ è tanta. Se i non-interisti hanno seguito con l’acquolina in bocca, per tutta la durata della settimana scorsa, la trattativa per portare Zlatan ai Diavoli, di certo, questi ultimi, avranno anche provato un insano piacere nel vedere la caduta nerazzurra di Montecarlo. Nel paese del Principe Alberto, il Principe Milito (colui che ha scacciato, lo scorso anno, Ibra a suon di gol) vive uno dei punti più bassi della sua storia all’Inter, un'Inter troppo brutta per essere vera. Un’Inter che sinceramente ha sorpreso, in maniera negativa (ed allo stesso tempo in positivo), gli annoiati.

Quello che sinceramente mi ha colpito è stato un servizio mandato su Sky, sabato scorso. Il contributo filmato girava intorno al ‘Chissà se se la sconfitta di Supercoppa sia un segnale’. Un segnale rafforzato dall’arrivo di Ibra al Milan, che candida i rossoneri forse al ruolo di squadra da opporre ai nerazzurri, i primi rivali, i veri ‘anti-Inter’. Certo che per chi offre lo spettacolo della Serie A sarebbe una boccata d’aria fresca vedere ancora un’Inter, vincente e sempre in prima fila, sconfitta e pronta ad abdicare il trono di campione. Un'ipotesi che affascinerebbe gli ‘annoiati’, coloro che non ne possono più di un’Inter al comando e si affidano ad Ibrahimovic, l’unico, forse, in grado di rompere questa tradizione e di ridare nuove sensazioni a chi ha assistito inerme allo strapotere nerazzurro.

Si spera che questa categoria di ‘animali’, nel senso buono, sia ben chiaro, perché come dice Beppe Severgnini, il calcio è una grande allegoria, continui a rimanere tale ed a proseguire con il suo lamento anche il prossimo anno e che nella giungla del calcio italiano rimanga sempre al comando l’Inter, bestia dominante e suprema da ormai 5 anni.
 

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Lun 30 agosto 2010 alle 10:08
Autore: Alberto Casavecchia
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