“Milito deve stare tranquillo”. La fonte è rilevante, trattasi infatti di Rafa Benitez, obiettivo del recentissimo attacco di Fernando Hidalgo, agente del Principe, ancora vittima di una crisi d’astinenza da gol. Secondo il manager argentino, l’attaccante soffrirebbe più di tutti l’addio di Mourinho, che la scorsa stagione lo aveva caricato a tal punto da permettergli di segnare 30 gol e contribuire pesantemente allo storico Triplete. Beh, non è che nelle scorse stagioni pre-mournhane il Principe avesse mai fatto cilecca, dando un’occhiata ai suoi numeri con Real Saragozza e Genoa. Quindi, dando credito alle dichiarazioni di Hidalgo, sarebbe colpa di Benitez se il Principe non è più lui.

Ma stiamo scherzando? Premesso che Milito e il suo procuratore, a detta del tecnico spagnolo, non si sentono da un po’ e quindi non hanno discusso di argomenti legati alla fiducia (lo stesso argentino si è detto sorpreso di certe parole), e sottolineato che tra l’attaccante e il suo allenatore c’è già stato un sereno chiarimento, mi viene da ridere pensando che in giro ci sia qualcuno che parla già di rottura, di accantonamenti, di problematiche interne allo spogliatoio. Francamente, l’unica cosa che mi preoccupa è lo stato fisico del capitano, costretto a fermarsi come mai gli era accaduto negli ultimi secoli di carriera nerazzurra. Per il resto, la parola chiave è ‘pazienza’. Milito non è in gran forma, ma cresce partita dopo partita. A Enschede ha dato il via al momentaneo vantaggio firmato Sneijder (non mi soffermo sull’autogol, sfiga allo stato puro che poteva capitare a chiunque), a Palermo ha servito un assist a Eto’o e, soprattutto, era sempre al posto giusto salvo poi sprecare sotto porta.

Credo che l’aspetto più significativo non sia l’appannamento in zona gol, ma le opportunità di cui il Principe si è reso protagonista. In altri tempi non sarebbe neanche riuscito ad avvicinarsi alla rete avversaria, domenica invece ha più volte spaventato i rosanero. Presto o tardi anche la lucidità tornerà quella di pochi mesi prima, non ci si trasforma da principi a stallieri se non vittime di malefici. Ma il calcio, per quanto mondo a sé stante, non è una fiaba, perciò non credo a incantesimi o riti vodoo contro l’argentino. È una banale fase di appannamento, quella che ogni centravanti che si rispetti ha vissuto almeno una volta nella vita. Lo stesso Eto’o, oggi osannato come bomber massimo, a inizio 2010 ha sofferto tremendamente il rientro dalla Coppa d’Africa, finendo ahilui nell’occhio del ciclone. Poi, la rete contro il Chelsea gli ha restituito fiducia, e da lì è riapparso il Leone indomabile che ognuno ha potuto ammirare.

Un gol, dunque, a Milito manca questo per essere nuovamente lo spietato attaccante che tutti conosciamo. Un rigore, una palla sporca, un assist a porta vuota: va bene tutto, purché l’ex Genoa metta finalmente quel maledetto pallone nella rete avversaria. Il Principe ha fame, gli serve il pane per nutrirsi e ritrovare energia. Non è certamente responsabilità di Benitez, è solo triste casualità se Diego ha smarrito la fiducia. Lo spagnolo confida in lui, lo schiera sempre titolare e se lo fa uscire ha sempre una ragione valida. Quindi sarebbe meglio evitare illazioni o seminare zizzania inutili e controproducenti. Quando arriverà quel gol, porterà con sé tutta l’armonia necessaria, tutta la serenità che al momento manca a Milito. E dopo ne seguiranno altri, sono pronto a scommettere.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mar 21 settembre 2010 alle 15:55
Autore: Fabio Costantino
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