L’Inter ieri sera affrontava il Napoli a San Siro in una gara fondamentale per la corsa al quinto posto, soprattutto alla luce della sconfitta del Milan. I nerazzurri hanno pareggiato per 0-0, anche se le occasioni non sono mancate.

Mazzarri deve far fronte all’emergenza difesa e sceglie il 3-5-2 con un trio inedito: Andreolli a sinistra, Campagnaro a destra e Ranocchia in mezzo. Jonathan non ce la fa e D’Ambrosio-Nagatomo sono confermati sugli esterni. In mezzo Kovacic vince il ballottaggio con Guarin per un posto da mezz’ala sinistra, con Hernanes a destra e il Cuchu in cabina di regia. Davanti Palacio e Icardi per far male alla difesa partenopea.

Benitez vara un offensivo 4-2-3-1 con Albiol e Britos davanti a Reina. A centrocampo si punta sulla fantasia di Jorginho con Inler ad aiutare in fase di copertura. Davanti la fantasia di Callejon, Mertens e Insigne dietro alla punta di peso Higuain. 

Entrambe le squadre partono forti. Nell’Inter Kovacic e Hernanes dialogano bene tra di loro, creando superiorità numerica in mezzo al campo e allargando il gioco sugli esterni, molto attivi. Gli ospiti si appoggiano alle ali, che sono rapidissime a cercare Higuain. Kovacic cerca la giocata e gli uomini di Benitez ci provano soprattutto con delle rapide ripartenze (Campagnaro perde un paio di palloni sciagurati davanti alla difesa). Anche i nerazzurri potrebbero sfruttare meglio azioni da ripartenze, con Cambiasso e Kovacic abili a rubare palla in mezzo al campo, ma Palacio e Icardi non sono sempre precisi nel gestire la sfera. I partenopei mettono in difficoltà i nerazzurri con Callejon e Insigne, larghissimi. Allo stesso modo la chiave del buon gioco offensivo mostrato dall’Inter è giustificato da un centrocampo abile in interdizione (Cambiasso) e ripartenza (Kovacic-Hernanes). Da sottolineare l’eleganza di Ranocchia, che cura da vicinissimo Higuain. 

La ripresa vede gli stessi 22 in campo e l’Inter in bambola (svarione di un finora attento Andreolli su Higuain), che per poco non costa un gol. La sfida si gioca molto sulle ripartenze e i nerazzurri rispondono subito con Palacio vicino alla rete su cross di Nagatomo, sempre alto e ben servito da Kovacic. I ritmi si abbassano ed emerge la sola classe di Kovacic, il più brillante a abile a farsi trovare (ha libertà di svariare in fase di possesso). Mazzarri inserisce Zanetti per D’Ambrosio, con l’ex Toro che ha accusato un problema fisico, senza cambiare nulla tatticamente. Benitez inserisce Hamsik per Mertens, con lo slovacco che prende il suo posto dietro a Higuain. Mazzarri vede il centrocampo in carenza d’ossigeno e mette Guarin per Hernanes, in ombra nella ripresa. Il Napoli è in pressing e l’Inter fa fatica a portare fuori il pallone, limitandosi a lanci lunghi. Invece che aggredire la gara (Cambiasso è sulle gambe), il tecnico interista scegli di inserire Kuz per Icardi, togliendo peso all’attacco e rinforzando la mediana e liberando Kovacic. Proprio l’ex Dinamo Zagabria regala palle d’oro a Nagatomo, che ne sciupa una dopo l’altra ed espone la squadra al contropiede, letale (palo di Inler). Da qui alla fine non succede più nulla in un finale spento, con Pandev che subentra all’infortunato Higuain. 

Gran primo tempo per Mazzarri e i suoi. Kovacic in mezzo al campo è un fattore, crea gioco e superiorità. Il gol manca solo per sfortuna, solo Campagnaro va in difficoltà nella gestione della sfera (Ranocchia copre per tutti). Benitez ha il merito di crederci fino all’ultimo e di proporre una squadra sempre offensiva e mai remissiva. Il tecnico nerazzurro forse manca l’assalto finale al match quando inserisce Kuzmanovic per Icardi, Segno che un punto fa comodo, ma ancora manca il tris di vittorie consecutive.
 

Sezione: L'angolo tattico / Data: Dom 27 aprile 2014 alle 00:15
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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