Terminata l’esperienza europea in questa stagione, l’Inter riparte dal campionato, con la trasferta di Cagliari. Sorpresa Eriksen dal 1’ per Antonio Conte, che conferma il 3-5-2. Il danese, sul centro-sinistra, affianca Brozovic e Barella in mediana. Sugli esterni giocano Darmian e Perisic, in attacco Sanchez e Lukaku. Sponda rossoblù, Di Francesco si affida al 4-2-3-1: Zappa, Joao Pedro e Sottil alle spalle di Pavoletti, Rog e Marin davanti alla difesa. Faragó e Lykogiannis i terzini.
PRIMO TEMPO - Il confronto tra le due squadre è caratterizzato sin da subito da grande intensità e da un atteggiamento tattico rivolto alla ricerca costante della verticalità. Il Cagliari aggredisce la costruzione dal basso nerazzurra, alzando le ali vicino a Pavoletti nell’opposizione ai 3 difensori, e Joao Pedro su Brozovic. L’Inter, muovendo velocemente la sfera, e appoggiandosi sul lavoro in arretramento delle due punte, esce dalla prima pressione, trovando un successivo sviluppo in ampiezza, attraverso cambi gioco per l’attacco del lato debole, con il Cagliari stretto in zona palla. Il centro-destra, con Skriniar e l’allargamento di Barella, è il più coinvolto per il palleggio iniziale. Sanchez lega il gioco, gestendo diversi palloni a ridosso del centrocampo, mentre Perisic viene liberato costantemente sulla sinistra. Il croato ritarda qualche giocata, esce sconfitto da qualche 1vs1 con Faragó, ma gli ospiti arrivano comunque a rendersi più volte molto pericolosi. Anche attraverso transizioni positive molto veloci e verticali, dopo un recupero palla all’interno della propria metà campo. Il dominio degli uomini di Conte, dove emerge a tratti la qualità nell’ultima giocata di Eriksen, impatta sui grandi riflessi di Cragno. Nella fase di non possesso, i nerazzurri rimangono molto corti e compatti, con i ‘quinti’ bassi in opposizione alle ali, e le mezzali inizialmente molto vicine a Brozo. Il pressing, con Barella o Eriksen a scalare sul terzino di riferimento in avanzamento, e i difensori pronti ad accorciare, aumenta in aggressività nei pressi del centrocampo. Rog e Marin, reattivi e precisi nel fraseggio, rimangono in posizione, mentre Zappa e Lykogiannis sostengono le ali, dialogando e contribuendo a creare qualche situazione in zona trequarti. L’Inter è densa, e anche non recuperando subito il possesso, concede pochissimi spazi alla manovra avversaria. De Vrij si occupa di Pavoletti, Brozovic segue Joao Pedro, Skriniar e Bastoni mostrano prontezza nel supportare le corsie esterne. Attenta senza palla, e pericolosa nelle trame offensive, la squadra guidata da Conte disputa una buonissima prima frazione. Almeno fino al 42’, quando Sottil porta i rossoblù in vantaggio alla prima conclusione verso la porta difesa da Handanovic. E, qualche istante dopo, una triangolazione sulla destra, con Pavoletti servito all’interno dell’area piccola, rischia di mandare le squadre all’intervallo sul punteggio di 2-0 per il Cagliari.
SECONDO TEMPO - Gli aspetti tattici del match, al rientro dagli spogliatoi, non cambiano. Cambiano i protagonisti sulle corsie esterne in casa Inter, con l’ingresso di Hakimi al posto di Perisic e lo spostamento di Darmian sulla sinistra. I nerazzurri, sfruttando la densità rossoblù in zona palla, ricorrono spesso al cambio gioco, liberando uno dei due ‘quinti’ per lo step finale della manovra, il cross o l’iniziativa personale. Sulla costruzione dal basso ospite, il Cagliari mantiene - con il passare dei minuti - un atteggiamento un po’ più prudente, abbassando la zona di pressione e coprendo maggiormente sul primo sviluppo avversario in ampiezza, disponendosi in un 4-4-2. Joao Pedro vicino a Pavoletti in opposizione ai difensori, Zappa o Sottil a scalare sulla mezzala ‘aperta’ in appoggio, con Rog e Marin a dividersi Brozovic e l’altro interno di centrocampo. La squadra guidata da Conte, con buona personalità e qualità, e sfruttando il lavoro di Sanchez nei movimenti a venire incontro, conquista velocemente la metà campo offensiva. Andando a coinvolgere i ‘quinti’ prima di attaccare l’area di rigore. Sensi prende il posto di Eriksen e, muovendosi con i tempi giusti tra le linee, avvicina ulteriormente i nerazzurri al gol del pareggio. Di Francesco, con i suoi sempre più ‘bassi’ nell’aggressione, passa al 3-5-2, inserendo Klavan (al centro della difesa) e Nandez (mezzala destra) al posto di Faragó e Sottil (Zappa e Lykogiannis ‘quinti’, Marin regista, Joao Pedro e Pavoletti in attacco). A un Cagliari sempre più interessato alla fase di non possesso, attraverso maggior copertura e un atteggiamento più conservativo, Conte risponde sostituendo Bastoni con Lautaro Martinez e optando per il 4-3-1-2, abbassando Hakimi e Young nel ruolo di terzini, e Sanchez trequartista (nei rossoblù dentro Cerri per Pavoletti). A tratti disordinata e meno lucida, l’Inter continua a prevalere nel palleggio, appoggiandosi su Brozo e Barella. Il croato, vertice basso, è il più libero di agire (lontano il regista opposto Marin), mentre il numero 23 rappresenta l’uomo ovunque. Basso nella prima costruzione, in grado di garantire ampiezza e sostegno nella creazione di trame offensive, l’ex della gara trova anche la grande conclusione, sugli sviluppi di una palla inattiva, valida l’atteso pareggio. E, qualche minuto dopo, sempre su azione da corner, serve a D’Ambrosio - appena subentrato all’infortunato Hakimi - il pallone del sorpasso. I padroni di casa provano a riaffacciarsi dalle parti di Handanovic, ma i nerazzurri mostrano solidità e buona gestione del possesso. Simeone per Carboni porta il Cagliari al 4-3-1-2 per l’assalto finale. Lukaku chiude il match in ripartenza, superando Cragno a metà campo (salito per il calcio d’angolo) e siglando il definitivo 3-1. Buona reazione, buona prestazione.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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