"Preg.mo Signor Presidente,
Dr. Steven Zhang.
Dopo la finale di Coppa Italia, ai microfoni di Sky Sport Ella ha dichiarato: “Ora l’Inter è uno dei club migliori in campo e fuori dal campo. L’obiettivo è rimanere su questo livello anche nelle prossime stagioni”. Di certo, ciò presuppone la conferma in toto dell’ossatura della squadra (Skriniar, De Vrij, Bastoni, Barella, Brozovic, Calhanoglu e Lautaro Martinez) e richiede quegli investimenti che sono mancati nella scorsa sessione di mercato estiva sebbene fosse necessario alzare ulteriormente il livello di qualità e di competitività di una squadra che, seppur chiamata a difendere e riconfermare il primato in campionato, ha invece perso il suo trascinatore e maggiore realizzatore (Lukaku), per giunta non sostituito adeguatamente, con vistose difficoltà nella fase d’attacco, soprattutto quando Lautaro ha avuto un calo di condizione ed il contributo dalla panchina è stato inefficace. Nonostante la conquista di due trofei, che pure mancavano dalla bacheca da più di dieci anni, resta l’amarezza per non aver centrato l’obiettivo principale, per i punti persi e le occasioni sprecate durante il percorso, e pertanto ci si aspetta che la proprietà metta l’ottimo direttore Marotta nella condizione sia di rinnovare e ringiovanire (gli ultratrentenni sono ben 11) sia soprattutto di rinforzare l’organico, ma con innesti di una certa caratura, abituati alla contesa per il vertice, affidabili e dal sicuro rendimento, per far sì che la squadra si riprenda il primato in ambito nazionale e sia più competitiva in Champions! Le grandi squadre ed i cicli vincenti si costruiscono con i grandi giocatori e quindi con i grandi investimenti ai quali mai i presidentissimi dell’Inter si sono sottratti: Carlo Masseroni acquistò nel ’47 Benito Lorenzi per 12 milioni di lire, nel ’48 Amedeo Amedei per 40 milioni di lire, cifra siderale a quell’epoca, nel ’49 Faas Wilkes, strappato alla concorrenza del Milan a suon di milioni di lire, e nel ’50 il talento svedese Lennart Skoglund, strappato alla concorrenza della società brasiliana del San Paolo con un versamento addirittura di 100 milioni di lire nelle casse dell’AIK. La generosità di Masseroni fu in seguito ripagata con gli scudetti consecutivi nelle stagioni ‘52-‘53 e ‘53-‘54; Angelo Moratti, che nel ’55 aveva rilevato la società da Masseroni per 100 milioni di lire, fin da subito si mostrò disponibile ad investire con il dichiarato intento di costruire una grande squadra che entrasse nel cuore dei tifosi e nella storia del calcio. E, così, nell’estate ‘58 ingaggiò per 400 milioni di lire il fuoriclasse e fenomeno del calcio mondiale Pelè ma, a seguito degli attentati incendiari alla sede del Santos ed alle minacce di morte nei confronti del presidente Athie Jorge Cury, anche su richiesta di quest’ultimo, non depositò il contratto firmato da Pelè ed annullò a malincuore l’affare già concluso. Ma non fu certo quest’amarezza a far desistere dal suo intento Angelo Moratti che, anzi, nell’estate del ’60 affidò la squadra ad Helenio Herrera, che firmò un lauto contratto (40 milioni all’anno e premi doppi), ed acquistò tanti campioni tra cui il più costoso della sua gestione, il vincitore del pallone d’oro Luis Suarez, prelevato dal Barcellona, nell’estate del ’61, per la cifra di 300 milioni di lire, operazione che fece gridare allo scandalo. Proprio Suarez è stato il faro di una squadra che divenne leggendaria (3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali consecutive) con un ritmo impressionante, martellante. Era la saga della Grande Inter! Il ciclo vincente non appagò Angelo Moratti che invece nel ’66 prima acquistò, in primavera, il fuoriclasse lusitano, stella del calcio mondiale, Eusebio (un’operazione complessiva da 500 milioni di lire da dividere tra il Benfica ed il calciatore) e poi in estate ingaggiò il ventenne Franz Beckenbauer (firmò un contratto per l’incredibile cifra di 900.000 marchi) ma, a causa della cocente ed inattesa sconfitta della Nazionale contro la Corea con conseguente eliminazione dai mondiali, la Federcalcio chiuse le frontiere e così Eusebio e Beckenbauer non poterono vestire la maglia nerazzurra. Angelo Moratti voleva sempre migliorare la sua Inter, nonostante fosse già una macchina perfetta, ed a tal fine metteva sempre a disposizione la sua generosità! Nel cuore e nella memoria di noi tifosi resta scalfita una dichiarazione, rilasciata in un’intervista negli anni ’60, nella quale erano manifesti quella passione e quel senso d’appartenenza che accomunavano Angelo Moratti ed i tifosi, la simbiosi tra il patron ed i tifosi: “Io vengo dal mondo dei tifosi, so cosa vogliono i tifosi, almeno credo di sapere cosa vogliono i tifosi ed ho cercato di accontentarli accontentando me stesso”; il giovane imprenditore Ernesto Pellegrini rilevò la società da Fraizzoli nel gennaio ‘84 per 6 miliardi ed 800 milioni di lire e, a pochi mesi dal suo insediamento, annunciò l’acquisto di Karl-Heinz Rummenigge dal Bayern Monaco per 10 miliardi. Fu il primo di una lunga serie di investimenti, come quelli nell’estate ‘88 per gli acquisti di Bianchi, Berti (per 7 miliardi) ed i campioni della nazionale tedesca Matthaeus e Brehme che furono determinanti per la conquista dello scudetto dei record. Seguirono, durante la sua presidenza, tanti altri acquisti gravosi tra cui Jurgen Klinsmann, Sergio Battistini (7 miliardi), Davide Fontolan (10,5 miliardi), Stefano Desideri (7 miliardi), Marcello Montanari (6,3 miliardi), Matthias Sammer (9 miliardi), Igor Shalimov (17 miliardi), Darko Pančev (14 miliardi), Salvatore Schillaci (8,5 miliardi), il talentuoso attaccante olandese Dennis Bergkamp (strappato alla concorrenza della Juve per 18 miliardi) ed il suo connazionale Wim Jonk (10 miliardi), Gianluca Festa (9 miliardi), Francesco Dell’Anno (14 miliardi), infine il portiere della Nazionale, Gianluca Pagliuca (12 miliardi). Oltre allo scudetto, il presidentissimo Ernesto Pellegrini ha messo nella bacheca due Coppe Uefa (’91, primo trofeo in ambito europeo a distanza di 26 anni dalla Coppa dei Campioni del ’65, e ‘94); il presidentissimo Massimo Moratti ha calcato le orme del grandissimo padre Angelo, non ha badato a spese e, dopo il primo ciclo vincente sotto la guida tecnica di Roberto Mancini (nel 2005-2008 vinti tre scudetti consecutivi, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe d’Italia), ha costruito la seconda grande Inter, quella del triplete, riportando il club al vertice in ambito europeo ed intercontinentale. Fra gli acquisti più costosi, sotto la sua gestione, figurano Ronaldo il Fenomeno, strappato all’agguerrita concorrenza, per 48 miliardi dal Barcellona nell’estate ’97 e nel giugno ’99 Bobo Vieri per 90 miliardi dalla Lazio ma sono stati ingaggiati tanti altri campioni (Roberto Carlos, Javier Zanetti, Paul Ince, Ivan Zamorano, Youri Djorkaeff, Alvaro Recoba, Diego Simeone, Roberto Baggio, Christian Panucci, Gigi Di Biagio, Clarence Seedorf, Adriano, Francesco Toldo, Marco Materazzi, Matias Almeyda, Hernan Crespo, Dejan Stankovic, Esteban Cambiasso, Julio Cesar, Walter Samuel, Luis Figo, Juan Sebastian Veron, Maicon, Patrick Vieira, Zlatan Ibrahimovic, Lucio, Thiago Motta, Wesley Sneijder, Diego Milito, Samuel Eto’o ed Icardi). Chi assume la guida dell’Inter ha l’onere di costruire una grande squadra per continuare a vincere e ad aggiungere trofei nella bacheca, eguagliando i successi del passato! Di certo, la crisi economica dovuta alla pandemia e che ha investito anche il calcio, scoraggia gli ingenti investimenti e pertanto si impone la logica del taglio dei costi di gestione, con conseguente riduzione del monte degli ingaggi dei giocatori, e dell’autofinanziamento mediante la cessione di qualche pezzo pregiato per mettere a bilancio plusvalenze, utili per risanare in parte lo stesso bilancio, e per reperire risorse da destinare alla campagna di rafforzamento degli organici. Ma, a fronte della crisi e delle tante difficoltà alla stessa connesse, sarebbe opportuno prendere in considerazione il progetto dell’azionariato popolare, proposto dal saggio economista e tifoso appassionato prof. Carlo Cottarelli, perché il coinvolgimento diretto dei tifosi (miliardi di gocce d’acqua che, messe assieme, formerebbero un oceano!) quali azionisti assicurerebbe alle casse del club una consistente iniezione di capitale stabile sul quale non graverebbero gli interessi che invece le società di calcio devono corrispondere, assieme alla restituzione del prestito oneroso, agli enti di credito erogatori del prestito. La convinta e larghissima adesione alla raccolta dei fondi, sulla quale si basa il progetto dell’azionariato popolare, garantirebbe un consistente afflusso di capitale tale da impedire il sacrificio di qualche campione sull’altare della plusvalenza e pertanto finanziare il rafforzamento dell’organico con innesti di qualità. Insomma, l’azionariato popolare sarebbe un fondamentale strumento di supporto per una società ambiziosa, supportata in questi anni dalla proprietà, e per una squadra che, dopo anni di risultati al di sotto delle aspettative e di delusioni, è finalmente ritornata competitiva, staziona stabilmente nelle posizioni di vertice e compete per il primato in ambito nazionale e che può e deve puntare alla conquista della Champions! Signor Presidente, colga questa opportunità, accolga la proposta presentata dal Prof. Carlo Cottarelli ed apra al contributo dei tifosi che, se chiamati in causa, risponderebbero in massa per il bene dell’Inter!
Distinti saluti".
Michele
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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