L'Udinese va con Andrea Stramaccioni in panchina. Quattro vittorie in cinque partite, sconfitta solo allo Juve Stadium: Strama fa il pompiere, ma l'exploit non può lasciare indifferenti. "Però il progetto Udinese, a differenza di quello nerazzurro, è stato fondato su solide basi: tutti remano dalla stessa parte (all'Inter, Strama ebbe rapporti tumultuosi con lo staff medico, problemi con il capo dei preparatori e venne definitivamente mollato dai senatori) e l'allenatore può finalmente guidare un progetto che sente suo a 360° - sottolinea oggi Tuttosport -. A Milano, non era così e pazienza se la storia gli ha poi dato ragione: Mazzarri, essendo un allenatore più "corazzato", è riuscito là dove Strama voleva arrivare col tempo, come provano le tante epurazioni negli ultimi mesi ad Appiano. Allo stesso risultato, probabilmente, sarebbe arrivato anche Andrea (una volta insediato in prima squadra da allenatore della Primavera le sue idee sarebbero state troppo traumatiche per essere messe in atto in pochi mesi) poi la scelta di Moratti di vendere il club e la scelta di affidare la squadra a un allenatore di provata esperienza in un’annata che sarebbe stata resa traumatica dal cambio di proprietà, ha fatto evaporare un'affascinante utopia, nata a Londra, quando - sotto gli occhi di Moratti che preferì assistere alla finale di NextGen contro l'Ajax piuttosto che un triste Juve-Inter con Ranieri ormai seduto su una traballante panchina - il petroliere decise che il ragazzo scelto da Paolillo e Ausilio per guidare la Primavera, avesse il physique du rôle per fare il salto in prima squadra". 




 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 03 ottobre 2014 alle 12:12 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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