"È stato tutto assurdo, perdere così tanti trofei in tre mesi ti svuota dentro, ma adesso è il momento di rialzarsi e riprendersi tutto nella nuova stagione...". Così Jürgen Klinsmann intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport.

Come valuta la scelta di Chivu in panchina?
"Logica, interessante. Chivu conosce bene la società e l’ambiente ed è intelligente per usare il passato e portarlo nel futuro. L’Inter ha già una filosofia e automatismi che a volte sono stati perfetti: partendo da quelli, il rischio si riduce. Comunque, alla fine, come sempre, tutto dipenderà dalla fame dei giocatori. Bastoni, Barella e gli altri, che qualche anno fa chiamavamo giovani, ora sono nel pieno della maturità: è questo il momento per aggiungere trofei in bacheca".

Adesso si può chiamare giovane Pio Esposito: da vecchia gloria d’attacco nerazzurra che consiglio gli direbbe?
"L’ho osservato con molto interesse, mi pare un ragazzo favoloso, è il futuro dell’Inter e dell’Italia, ma ha davanti attaccanti top come Lautaro e Thuram: penso possa crescere entrando dalla panchina e facendo esperienza. Ma, se non gioca abbastanza, meglio che poi valuti un prestito di un anno altrove magari a gennaio. Il fatto di averlo tenuto è comunque positivo perché ha grande potenziale".

Come ha vissuto le altalene del caso Lookman?
"Mi spiace molto che non sia arrivato, sarebbe stato perfetto perché è un giocatore di livello europeo e mondiale e si sarebbe incastrato in un grande attacco, in cui forse manca un giocatore con caratteristiche così".

A proposito di tedeschi e di offerte, l’Inter ha scelto di tenere Bisseck rifiutando oltre 30 milioni della Premier: ha fatto bene?
"Benissimo. Anche Bisseck è il presente e deve essere titolare, non solo all’Inter ma anche nella nazionale tedesca. Ha doti eccezionali: è forte fisicamente, è veloce, ma soprattutto ha la testa sulle spalle che ti aiuta ad andare avanti quando fai un errore. Mi è dispiaciuto che nella finale a Monaco non sia entrato prima: penso dovesse entrare in campo già dopo 25 minuti perché serviva cambiare qualcosa, poi è stato sfortunato e si è subito fatto male. Ma per l’Inter è stato importante confermare tutti i big, a partire da Calha".

E dopo quello che è successo in America e l’ira di Lautaro dopo l’eliminazione...
"A me quelle dichiarazioni di Lautaro non hanno stupito, anzi queste tensioni le vedo in modo positivo. A volte serve una lite nello spogliatoio per accendere una squadra e ripartire. Tra Bayern, Inter e nazionale tedesca, sapete quanti litigi ho fatto con Matthäus in vita mia? Davanti a tutti, a volte arrivava lo zio Bergomi a farci far pace, ma anche così siamo diventati uniti".

Leoni poteva servire all'Inter, che lo voleva...
"Non avrebbe avuto davanti Van Dijk e Konaté, magari avrebbe avuto tempo per imparare di più. Ma succede anche a giocatori più esperti di finire in panchina in certe grandi squadre: Kim al Bayern rischia di essere chiuso alla lunga da Upamecano e Tah, ed è assurdo che non giochi a un anno dal Mondiale. Io da ct della Corea del Sud ho visto quanto è forte. Ecco, fossi un dirigente dell’Inter, penserei a lui: è perfetto lì nella difesa a tre".
 

Sezione: Rassegna / Data: Sab 23 agosto 2025 alle 10:06 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print