"Quest’oggi per il suo regalo di compleanno, Massimo Moratti sarà al Meazza. La torta è delle più prelibate: c’è Inter-Juventus, la sfida della sua vita". Riassume così La Gazzetta dello Sport i 70 anni dell’ex Presidente dell’Inter. Settant’anni con i colori nerazzurri dipinti sulla pelle, perché “i Moratti si alzano ogni mattina con l’Inter che li attende a colazione. Poi si pensa al lavoro…”

I 10 ANNI: UN REGALONE - Nel ’55, il papà Angelo acquista l’F.C. Internazionale. L’inizio non riserva subito grandi risultati, ma è comunque un grande privilegio frequentare lo stadio nei suoi meandri vietati alla folla, vedere i calciatori che si preparano, andare agli allenamenti…

I 20 ANNI: I TRIONFI - Nel 65’ l’Inter è nel pieno del suo ciclo magico (tre scudetti, due Coppe Campioni, due Coppe Intercontinentali). Massimo è sempre lì, con i suoi coetanei Mazzola e Facchetti, Burgnich e Guarneri, Bedin e Jair. Picchi e Suarez lo affascinano per il carisma, ma a conquistarlo è Mario Corso.

I 30-40 ANNI - Papà Angelo lascia l’Inter nel ’68, l’anno dopo la crudele delusioni di una terza Coppa Campioni sfumata di un soffio e un quarto scudetto perso incredibilmente. I suoi figli, Massimo non fa eccezione, si dedicano alla Saras: frequenti i viaggi a Londra, gli incontri con i ‘vip’ dell’epoca. Tra questi c’è Agnelli. L’Inter, nel frattempo, subisce il dominio del Milan di Berlusconi, ma riesce comunque ad imporsi con lo scudetto dei record, nel 1989 e con due Coppe Uefa.

I 50 ANNI: MORATTI PRESIDENTE! - Nel febbraio ’95 riporta l’Inter in famiglia. Si dimostra da subito generoso negli investimenti ed il fascino della Grande Inter lo induce a richiamare in società molti campioni dell’epoca. Il calcio però è cambiato e nonostante gli investimenti massicci e l’arrivo di tanti campioni, sono più le delusioni (gli scudetti persi nel ’98 e nel ’02) delle vittorie (la Coppa Uefa di Parigi).

I 60 ANNI: TRIPLETE - La svolta della sua Inter arriva con i sessanta. L’ingaggio di Roberto Mancini e le sentenze di Calciopoli vedono fiorire una nuova potenza del calcio italiano. Non ha imbarazzi ad accettare lo scudetto del 2006, il certificato di onestà contro chi agiva illegalmente per ottenere successi. Il tecnico jesino rompe il ghiaccio con la Coppa Italia, poi due scudetti di fila danno il là alla prepotente ascesa verso il Triplete. Il nuovo Herrera arriva direttamente dal Portogallo: José Mourinho firma due annate esaltanti, irripetibili.

I 70 ANNI - Un anno e mezzo fa la cessione. Oggi, Massimo sta incoraggiando il suo erede, Thohir, ed il suo pupillo sacrificato Mancini per tornare al ‘top’. Gli ‘auguri’ attesi dal mondo nerazzurro sono molti, tanti quanti i gioielli regalati al suo popolo: Ronaldo, Vieri, Ibra, Milito, Crespo, Zamorano, Baggio, Palacio, Cruz, Djoarkaeff, Sneijder, Adriano, Figo, Cassano, Balotelli, Zanetti… Fino ad arrivare ad Alvaro Recoba. Il suo preferito, il più geniale. Nel mezzo scelte sbagliate e soldi spesi male, ma se vuoi vincere è difficile riuscire a tenere il bilancio in attivo, come conferma, del resto, il calcio moderno degli sceicchi. E questo è stato il modo di concepire il calcio di Moratti, proteso a onorare la memoria di suo padre rinnovandone i fasti, tifoso fra i tifosi, senza secondi fini: compito pienamente assolto in tanti anni intensi di una vita non banale.

Questa sera, infine, San Siro. Per l’ennesima sfida alla Juve: la partita a cui tiene di più.

Sezione: Rassegna / Data: Sab 16 maggio 2015 alle 11:17 / Fonte: La Gazzetta dello Sport
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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