Pronti, partenza, via! La stagione di Inter e Juventus comincia in maniera elettrizzante: con un derby d'Italia alla terza giornata che vede contrapporsi due allenatori che hanno grandi eredità da raccogliere e rifondare. I loro predecessori, Thiago Motta a Torino e Inzaghi a Milano, "erano, ciascuno a suo modo, degli integralisti" e la flessibilità non era il loro forte. Peculiarità che Tudor e Chivu dovranno avere quasi obbligatoriamente, "ma è anche vero che entrambi sono alla prima esperienza in una squadra da scudetto e dunque non hanno ancora l'autorevolezza" per pretendere. Non a caso il tecnico romeno guida dei nerazzurri avrebbe voluto "ritoccare l'architettura fissa dell'Inter inzaghiana aggiungendo fantasia e dribbling sulla trequarti, ma la società ha battuto la pista Lookman e poi l'ha abbandonata senza studiare un piano alternativo, ha liquidato Zalewski, che nell'uno contro uno era quello a cavarsela meglio" e ha apportato qualche modifica che alla fine dei giochi oggi regalerà al nuovo tecnico nerazzurro la possibilità di schierare soltanto Akanji come elemento nuovo di spessore internazionale. Chivu, insomma, è 'costretto' ad adeguarsi.

Tudor, dal canto suo, "ha esperienza in più, tante volte ha levato le tende perché le sue idee non si accordavano a quelle della società (alla Lazio, per esempio), ma alla Juve sa di dover moderare di molto la sua intransigenza, un po' per la grandezza del club e un po' perché la Juve è la Juve, la squadra che ama. Degli uomini che ha è soddisfatto, ma di sicuro l'avrebbe corretta volentieri. Ma questo mica è il mondo perfetto".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 13 settembre 2025 alle 14:10
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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