Anche l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport dedica ampio spazio a Davide Santon, il bambino diventato finalmente uomo. Dopo essere stato lanciato nel grande calcio da José Mourinho, è stato rivoluto all’Inter da Roberto Mancini che gli ha affidato senza problemi le chiavi delle corsie esterne nerazzurre anche se  non giocava con continuità da un anno abbondante. “Mancini lo ha accolto il 2 febbraio, il 4 era già in campo a Napoli in Coppa Italia. Da lì non è più uscito: Palermo, Atalanta, Celtic, Cagliari e ancora Celtic. Non giocava con tanta frequenza da un anno abbondante, quando inanellò 25 gare da titolare consecutive con il Newcastle. Qui è arrivato a inizio febbraio in condizioni atletiche non eccelse, ma è stato in grado di gestirsi e di approfittare degli impegni ravvicinati per trovare la forma. Ecco un altro aspetto evidente di come è cresciuto: la Premier League lo ha aiutato a sfruttare bene il proprio fisico e a evitare cadute di concentrazione in caso di errori anche durante le partite”, si legge.

E ancora: “Alle valutazioni sensoriali, corrispondono anche dati pratici. Le statistiche Opta dicono questo. Mettendo a confronto la prima stagione di Serie A con Mourinho a questa in corso emergono diversi spunti positivi. Santon ha aumentato il numero dei palloni recuperati (da 4,67 a 9 a partita, quando la media del ruolo si attesta sulle 4.25), testimonianza di una capacità innata di capire dove possono finire i passaggi avversari. La pulizia del suo gioco è un altro aspetto positivo: cinque anni fa commetteva più di un fallo a gara (1,5), ora si attesta a (0,67). Santon sta crescendo però anche sul fronte offensivo. Nella sua prima versione era raro, quasi impossibile, vederlo cercare una verticalizzazione. Era diligente, ma rischiava poco. Forse perché sentiva di essere l’ultimo arrivato e temeva di sbagliare. Adesso invece si prende volentieri anche la libertà di cercare il corridoio in profondità, magari dopo una progressione palla al piede. In queste prime tre gare giocate in campionato Santon ha costruito 50 verticalizzazioni, quasi 17 a partita, un numero superiore alla media degli esterni difensivi. Raddoppiati anche i passaggi positivi: partito da una media di 26,83 con Mourinho, ora ne infila 52 a match con la media nel suo ruolo che si ferma a meno di 30 (29,28 per la precisione). Davide cresce. Con in testa anche l’obiettivo Nazionale, dove manca dal febbraio 2013. Il c.t. Conte lo tiene d’occhio”.

Sezione: Rassegna / Data: Sab 28 febbraio 2015 alle 10:34 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it
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