Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Gigi Di Biagio ha parlato della stagione dell'Inter e della corsa scudetto, senza lesinare elogi a Simone Inzaghi. "Bergamo è stata solo una tappa della stagione e pur non vincendo e non segnando, l’Inter ha dimostrato di essere ancora la squadra da battere: ha qualità, forza fisica, esperienza e mentalità vincente. La base forte gliel’ha data Conte, ma in questa squadra è già molto chiara la mano di Inzaghi".

Cosa la colpisce di più?

"Ero allo stadio per la Supercoppa e sono rimasto impressionato dall’intensità e la qualità della prova dell’Inter. Ha dimostrato di essere una squadra fortissima, con una condizione fisica eccellente, un gioco che diverte e una convinzione mentale che è tipica delle grandi squadre. Lo scudetto con Conte ha sbloccato qualcosa nella testa e Simone è stato bravissimo a portare la squadra velocemente su una nuova dimensione: non conta l’avversario, conta imporre il proprio gioco e le proprie idee e dimostrare di essere più forti".

Il calcio di Inzaghi sembra più libero e spensierato.

"È bellissimo vedere come l’Inter riesca ad attaccare sempre con otto o nove uomini, con i due centrali di difesa che vanno a impostare nella metà campo avversaria, che si propongono per l’assist o per la conclusione. E che si cercano: lo schema Bastoni per Skriniar è diventato una bella abitudine".

Bastoni non è l’unico ad aver fatto un triplo salto in avanti.

"Alessandro credo che sia uno dei migliori difensori d’Europa per capacità di difendere e impostare. Brozo è l’emblema della crescita anno per anno. Spalletti gli ha trovato questo ruolo che non era suo, ed è diventato insostituibile: passano gli allenatori, ma nessuno può farne a meno. E in questo percorso vanno sottolineati pure i meriti della dirigenza".

Quando è arrivata la svolta?

"A Inzaghi servivano uno-due mesi per trasmettere il suo pensiero e trovare il giusto equilibrio, ma una volta trovata la chiave, l’Inter non si è più fermata".
Sezione: Rassegna / Data: Mar 18 gennaio 2022 alle 10:48
Autore: Alessandro Cavasinni
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