Walter Zenga è stato uno degli ospiti di Radio Anch'io Lo Sport questa mattina. Un intervento accorato, incentrato sull'emergenza che stiamo vivendo e sulle possibilità di tornare a giocare. "Io sono ottimista di natura - dice -. In questo momento non esserlo vuol dire crearsi un alone negativo attorno e non vedere un domani. La situazione ci pone assoluta attenzione, mi sembra molto difficile prevedere una data per il ritorno perché la situazione non è delineata. La problematica è che comunque si può tranquillamente sforare se le leghe trovano un accordo con le istituzioni, senza dimenticare che la priorità assoluta è tornare alla vita. Quanto successo ci cambierà tantissimo perché un conto è fermarsi un mese per andare in vacanza e un altro è farne due chiusi in casa. Io visualizzo la prima volta in cui potrò andare al ristorante o al cinema, penso a quel giorno perché voglio che accada".

Riguardo all'epidemia, Zenga fa un netto distinguo tra chi vive una situazione di reale difficoltà e chi deve fare dei sacrifici di minor conto, lui che per scelta si è tenuto lontano dal resto della sua famiglia. "Le situazioni terribili le vivono le persone che hanno perso i propri cari e quelli come medici e infermieri che stanno lavorando per noi. Io sono isolato dall'8 marzo perché ho preso questa decisione volontariamente. Penso che serva dare un contributo positivo stando a casa. Io mi tolgo da una fila al supermercato o da un blocco di Polizia. La mia famiglia è a Dubai e questo comporta dei problemi psicologici, ma sono ottimista. So che i miei figli stanno bene e sono in una condizione di sicurezza".

Capitolo stipendi. "Mi spiace che ci stiamo focalizzando sui soldi e non sul reale problema, risolvere questo brutto momento - dice ancora -. Credo che sia una cosa secondaria. Io ho firmato il 3 marzo con il Cagliari, abbiamo messo una clausola di buon senso che riguardava questo periodo. Le persone intelligenti queste cose le vagliano con molto anticipo".

L'idea di Zenga riguardo alla ripresa va oltre la fine di questa stagione. "Quando e se si ripartirà e mi auguro accada per dare alla gente una gioia, bisognerà vedere anche quando far tornare i tifosi allo stadio. Sarà comunque una preparazione differente in cui bisognerà considerare che non ci potranno essere amichevoli di preparazione se non in determinate situazioni e che eventualmente si faranno 12-13 partite in uno spazio molto ristretto. Per tornare alla vita normale servirà tempo e cambierà tutti, anche a livello di mentalità. Non ho mai pensato di tornare a giocare il 3 maggio. Sono ottimista sul fatto che se c'è la disponibilità di sforare oltre luglio potrebbe essere fattibile. Se giochiamo anche l'estate e facciamo uno stop breve tra un'annata e l'altra chi se ne frega delle vacanze. Se il campionato durerà 14 mesi pazienza, Mancini è talmente bravo che sarà comunque capace di affrontare l'Europeo 2021".

Sezione: News / Data: Lun 30 marzo 2020 alle 10:30
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
vedi letture
Print