Massimo Turatto, professore del Centro inter-dipartimentale mente e cervello (Cimec) dell’università di Trento, alla Gazzetta dello Sport tenta di spiegare anche agli scettici l'utilità della tecnologia applicabile al calcio. "La sudditanza psicologica esiste perché le persone tendono a conformare le loro decisioni ai voleri dell’autorità riconosciuta - chiarisce immediatamente Turatto -. Un arbitro potrebbe essere più propenso a dare un rigore ad una certa squadra. Informazioni a priori e conseguenze delle decisioni determinano il criterio. Sapere che una squadra commette pochi falli porta a «vedere» pochi falli. Se fischiare un rigore contro una squadra ha conseguenze sgradevoli, come punizioni e gogna mediatica, quella decisione diverrà in futuro meno probabile. E’ importante notare che il criterio può essere regolato inmodo inconsapevole".

E allora? "Il punto importante è capire bene che la tecnologia non elimina l’errore, ma può però ridurlo drasticamente. Ci sono strumenti più sensibili del cervello nel registrare differenze di centimetri o millimetri. Poi però se ci si affida all’uomo per interpretare i dati della tecnologia siamo al punto di partenza. Se invece ci si affida ad un sistema totalmente automatico abbiamo il problema dell’errore dello strumento, anch’esso ineliminabile".

Sezione: News / Data: Mer 21 novembre 2012 alle 08:45 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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