Milano sempre più giù, almeno nel calcio. La Gazzetta dello Sport allora ha contattato il sindaco del capoluogo lombardo, Giuliano Pisapia, che tra le altre cose è un sostenitore nerazzurro.

Sindaco  Pisapia, Milano è penultima in Serie A. Tra le città con  due  squadre  si  trova  dietro Roma, Genova e Torino e davanti solo a Verona. Come vive questa retrocessione calcistica?
"Di sicuro non la vivo bene, come sindaco e come tifoso di una delle due squadre (l’Inter, ndr). In questo momento a Mila­no ci sono tanti tifosi fortemente delusi, ma i tempi sono cambiati. Eravamo tutti abituati a possibilità di grandi investimenti in veri campioni, adesso bisognerebbe puntare di più sulle nuove gene­razioni, sui vivai. C’è la sensazio­ne che negli anni scorsi si sia guardato troppo al di fuori del nostro Paese. Se penso a Rivera e Mazzola, o alla mia grande pas­sione Mariolino Corso, ricordo che chi dava uno slancio in più erano gli italiani. È vero che i Suarez e Jair portavano tanto entusiasmo, ma allora c’erano pochi stranieri di elevata qualità e molti italiani, oggi è l’opposto".

I tifosi di Milan e Inter sono ar­rabbiati,  frustrati,  e  non  lo  na­scondono. C’è il rischio di una di­saffezione?
"La tifoseria è quel giocatore in più che spesso diventa fonda­mentale nei successi, proprio per questo è importante che i tifosi non abbandonino la loro squa­dra, a maggior ragione nei momenti difficili. Certo, se penso all’Inter è impressionante il fatto che proprio quando sembrano aprirsi degli spiragli, ecco che arriva la sconfitta col Parma. Questo all’inizio fa “incazzare” ma la fede per i propri colori non crolla mai".

Mazzarri  ha  la  fiducia  a  tem­po. Chi vorrebbe sulla panchina nerazzurra?
"Io da sindaco noto che tutti i cittadini si sentono sindaci e hanno la soluzione in tasca, non vorrei fare alla stessa maniera. Ma il cuore mi farebbe dire Zen­ga".

La crisi delle squadre milane­si,  col  tramonto  del  mecenati­smo,  è  lo  specchio  della  crisi economica e sociale di Milano e del Paese?
"Sicuramente è una conse­guenza della recessione perché da un lato si sono ridotte le possi­bilità di investire e dall’altro me­no persone vanno allo stadio. È anche vero che Milano è una del­ le città che a livello di disoccupa­zione e di sviluppo economico ha maggiormente resistito alla crisi, cosa opposta alle due squadre di calcio, ma la speranza è l’ultima a morire".

Che giudizio dà di Thohir, a un anno dal suo insediamento?
"Trovo sempre positiva l’aper­tura agli investitori esteri. Mila­no ha molta gratitudine nei con­ fronti di Massimo Moratti, ma ho avuto modo di riscontrare con quanto affetto e amicizia Thohir sia stato accolto dalla città. Forse i tifosi pensavano che avesse la bacchetta magica e forse lui si aspettava di trovare una squadra già pronta a vincere tutto. Il suo piano di autofinanziamento? È raro, soprattutto di questi tempi, riuscire ad arrivare al pareggio di bilancio contando sugli introiti del club. Chi acquista una squadra si trova a doverla soste­nere anche finanziariamente. A Milano nel 2016 abbiamo la finale di Champions: se una delle due milanesi potrà parteci­pare alla Champions sapendo che a Milano ci sarà la finale, sarà un elemento di motivazione straordinario e farebbe ridestare l’entusiasmo dell’intera città".

Ci  risulta  che  sia  tramontata l’ipotesi  di  costruire  uno  stadio nell’area di Expo. È così?
"C’è un bando in corso e non posso dire nulla. Ma, indipen­dentemente dalla collocazione, la prospettiva di un secondo sta­dio a Milano non è tramontata. Non sono contrario a un secondo impianto cittadino, purché sia sostenibile".

Il  Comune  cederà  mai  i  diritti di superficie di San Siro, sul modello dello Juventus Stadium?
"Ora abbiamo l’obiettivo della Champions, faremo i lavori ne­cessari con un cronoprogramma certo e condiviso. In futuro biso­gnerà fare in modo che uno sta­ dio così bello possa essere utilizzato di più: cominceremo a ragionarci dopo la finale. Non pen­so solo ai concerti, ma iniziative di servizio per la città, di intrattenimento, anche per­ ché fra poco l’impianto sarà rag­giungibile in metrò e accanto c’è l’ippodromo che è bellissimo".

Sezione: News / Data: Mar 04 novembre 2014 alle 11:02 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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