E' arrivato da un mesetto ma sembra all'Inter da anni. Lucio si sente ormai parte del progetto di Mourinho e sta vivendo con entusiasmo questa prima parte di esperienza nerazzurra. Lo stesso ct brasiliano Dunga evidenzia come Lucio trasmetta adrenalina in campo: "All'inizio della mia carriera faticavo a gestire questa mia 'carica', collezionando molti cartellini rossi. Poi ho capito e sono maturato. Ora gioco con la stessa aggressività ma rimedia al massimo qualche cartellino giallo". Da un allenatore (Dunga) a un altro. La prima impressione di Lucio su Mourinho è lusinghiera e non manca il paragone: "Parla molto con i giocatori, è un motivatore. Mi ricorda Scolari, dimostra lo stesso carisma e la stessa attenzione per i dettagli".

Quest'anno anche lui dovrà contribuire al primo obiettivo dell'Inter, la Champions League: "Con il Bayer Leverkusen, nel 2002, sono arrivato a un passo dal trionfo. Eravamo un gruppo forte, con Ballack e Zé Roberto. Però una magia di Zidane diede la coppa al Real Madrid. Per vincere la Champions servono un gruppo compatto e i colpi dei campioni, come quella di Zidane che non riesco a dimenticare. Prenderei d'esempio il Barcellona. Ha vinto non perché aveva Messi, ma perché aveva Messi, Eto’o, Henry, Iniesta, Puyol... Anche l’Inter però ha fuoriclasse e uomini veri. Julio Cesar, Maicon, Cambiasso, Zanetti, Eto’o, Milito... L’importante è non vivere la Champions come un incubo e essere un pugno chiuso dentro lo spogliatoio. Poi non bisogna dimenticare lo scudetto, perché vincere aiuta a vincere. Bisogna pensarci sempre, anche a fine allenamento. Una squadra da Champions non si costruisce mettendo insieme undici campioni, ma costruendo un gruppo vincente".
 

Sezione: News / Data: Ven 14 agosto 2009 alle 11:44 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Fabio Costantino
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