Marcello Lippi, ex ct della Nazionale azzurra salita sul tetto del mondo nel 2006 ma anche ex allenatore nerazzurro, intervistato da Radio Bianconera, ha parlato della difficile situazione che sta attraversando il calcio e l'Italia: “Non ci possiamo più abbracciare per un po’? Ci siamo abbracciati tanto… A parte quello, è un momento che va affrontato così, non è facile, bisogna avere grande serenità, grande convinzione, cercando di fare il massimo e fare in modo che duri il meno possibile. È difficile, però bisogna farlo perché pensare di dover vivere in questa maniera per altri 2-3 mesi sarebbe un grande problema. Dobbiamo fare in modo che duri il meno possibile”.

Cosa sta facendo di diverso?
“Il diverso per tutti noi è lo stare in casa tutta la giornata. Le persone sono abituate a vivere, ai contatti umani, di lavoro, uscire la mattina e tornare la sera a casa con grande piacere. Doverci stare tutto il giorno non è facile. Il profumo del mare per fortuna arriva a casa mia”.

Sul calcio che idea si è fatto?
“Le polemiche ci sono sempre state e sempre ci saranno, l’idea è quella di sempre cioè che ognuno guardi al proprio giardino, ascoltando le parole di qualunque presidente o dirigente c’è un tornaconto personale, per la propria società. Le società che vogliono riprendere gli allenamenti? Non ne voglio parlare nei particolari, parlo in generale. Questa cosa è necessaria e bisogna farla. Poi ci sono tante valutazioni e ipotesi da fare sulla conclusione dell’annata, non c’è dubbio che la stagione debba finire. Si possono fare tante ipotesi, ma dipende da quando si riprende. A me piacerebbe che l’annata si concludesse così com’è iniziata, cioè giocando tutte le giornate e avendo una classifica finale. Mi auguro si possa fare questo anche giocando ogni tre giorni. A me non piacerebbero i playoff e i playout, mi piacerebbe che la stagione finisse in maniera regolare”.

Che consiglio darebbe ai calciatori?
“In questo momento i calciatori sono un pochettino trattati con molta demagogia, si tende a valutare il calciatore come ricco, viziato, che guadagna tanti soldi rispetto ad altre categorie che oggi hanno problemi e questo può essere vero. Ma i calciatori dal punto di vista sociale sono più sensibili di quanto la gente possa immaginare e fanno tantissima beneficenza sia in termini materiali che di umanità, ma magari non vogliono farlo sapere perché la loro vita è sempre sotto i riflettori. Non c’è dubbio che anche in questo caso fa impressione sentire uno che ha preso un aereo per fare un viaggio transoceanico, ma state sicuri che se servirà fare sacrifici i calciatori lo faranno”.

Sezione: News / Data: Ven 20 marzo 2020 alle 23:30 / Fonte: TMW
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
vedi letture
Print