Giovanni La Camera, ex centrocampista tra le altre di Benevento, Como e Reggina, ha annunciato qualche giorno fa l'addio al calcio, pronunciato a 37 anni. Intervenuto in diretta su Twitch con il giornalista Nicolò Schira, l'ex centrocampista siculo racconta Nicolò Barella, con il quale ha condiviso l'annata al Como: "Me lo ricordo al primo allenamento in quel Como, vidi Barella al primo allenamento, mi girai verso Giosa e gli dissi: 'Questo ragazzo non c'entra niente qui, è un fenomeno'. Nicolò giocava e si allenava a duemila all'ora, qualsiasi consiglio o appunto gli venisse fatto lui assorbiva l'informazione e riusciva a migliorare all'istante: aveva una grandissima umiltà e voglia di fare, che gli è rimasta tuttora. Gli dissi scherzando: 'Tra due anni vai nei top club italiani', perché le sue qualità si vedevano. Ha avuto una crescita rapida, e ora è il miglior centrocampista italiano e uno dei migliori d'Europa. È uno dei più forti con cui abbia mai giocato".

Da un sardo di nascita ad uno di adozione. Da Barella all'amico Radja Nainggolan, con il quale ha un rapporto speciale. 
"Con Radja giocammo contro nel mio primo anno di Serie B, quand'era a Piacenza. Ti incontravi fuori dal campo, rimanevi in contatto sporadicamente e poi abbiamo intensificato la nostra amicizia quando sono andato a giocare alla Lupa Roma e lui giocava nella Capitale. Abitavamo a 100m, stavamo quasi tutti i giorni insieme e si è rafforzato il rapporto. Lui è un ragazzo genuino, senza filtri, non si dà arie pur essendo un calciatore di livello internazionale, si ferma a parlare con tutti e ora è uno dei miei migliori amici. Ci teniamo sempre tenuti in contatto e poi, quando è venuto a Milano, abbiamo mantenuto e intensificato ulteriormente il rapporto: conosco lui, conosco Claudia e le sue figlie e ci sentiamo spesso. Non credo che Milano per lui fosse l'ambiente sbagliato, però a Roma lui era a casa e probabilmente ha sofferto il distacco: Totti e De Rossi dicevano che era romano quanto loro, lui era diventato un romano dentro e si era creato un rapporto importante. A livello di campo, con Di Francesco si era verificato qualche problemino e allora ha seguito Spalletti all'Inter: la sua esperienza non è stata fortunata, ha segnato il gol Champions contro l'Inter e poi non è riuscito a restare in squadra con Conte. Peccato, perché quei due a mio avviso avrebbero fatto grandi cose assieme: ora, secondo me, può salvarsi col Cagliari. Con Radja ho giocato qualche volta a calcetto, è di un altro pianeta e fa un altro calcio rispetto a quello che posso aver fatto io. Me n'ero accorto, di fare un calcio diverso, già quando giocammo il famoso Inter-Cittadella di Coppa Italia a San Siro: finì 4-0, ma avevo giocato una buona partita. Ho avuto la fortuna di ottenere la maglia di Juan Jesus, che è una grandissima persona, con cui ogni tanto mi sento sui social: lui ha la mia, non ci credevo quando me l'ha chiesta. In quella giornata, contro Guarin, mi sono trovato a vedere i sorci verdi: lui e Jaime Valdes sono i giocatori più difficili che abbia mai affrontato. Barella e Bessa invece mi facevano impazzire in allenamento". 

Sezione: News / Data: Mer 03 marzo 2021 alle 13:56 / Fonte: nicoloschira.com
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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