Se non bastasse il suo impatto tecnico e creativo sulle prestazioni della squadra, mai evidente come quest’anno, c’è un buon motivo che consiglierebbe a Moratti di tenersi stretto Ibrahimovic. Lo svedese, infatti, viene non a caso etichettato “Il Signore degli Scudetti”, dal momento che negli ultimi 6 anni ne ha conquistati altrettanti, con tre maglie differenti (sarebbero stati 8 su 8 se non avesse fallito l’obiettivo con l’Ajax nel 2003). Il fenomeno di Malmoe ha iniziato la striscia nel 2004 con la maglia dei lancieri, per poi proseguirla le due stagioni successive con quella della Juventus. Titoli conquistati sul campo ma cancellati dalla giustizia sportiva per lo scandalo di Calciopoli. Inutile ricordarglielo, Ibra sente quei due scudetti come suoi e nessuno può sostenere una tesi diversa perché con lui perderebbe del tempo.

Poi, da quando è arrivato a Milano, lo svedese ne ha conquistati altri tre, l’ultimo sabato scorso, a conferma del fatto che nei campionati nazionali rappresenta più che un amuleto. Sarà antipatico, asociale, scontroso e indisponente. Ma di certo nessuno può avanzare l’ipotesi che non sia un vincente. E il campo, negli ultimi 6 anni, ha emesso un verdetto inappellabile, che giustifica anche la crescita del suo stipendio di anno in anno, fino a toccare il massimo per un giocatore contemporaneo. Un investimento che, se non fosse giustificato dalle sue qualità calcistiche, lo sarebbe da quelle di porta fortuna…

Sezione: News / Data: Lun 18 maggio 2009 alle 19:48
Autore: Fabio Costantino
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