Negli ultimi giorni si è parlato spesso della possibilità che il Suning acquisti giocatori tramite il proprio club cinese (il Suning Jiangsu), girandoli poi in prestito all’Inter. Si tratterebbe di una prima volta per l’Uefa di un’eventualità tale (il passaggio di Lampard dal New York City al Manchester City non sarebbe stato un trasferimento, poiché l’inglese aveva firmato con gli statunitensi “un impegno non vincolante”), motivo per cui dalle parti di Nyon la situazione sarebbe una novità non da poco. Tanto che nel regolamento Uefa (“Uefa Club Licensing and Financial Fair Play Regulations”, edizione 2015) non si fa riferimento a trasferimenti di giocatori, ma solo a “operazioni tra parti correlate”.

Calcioefinanza.it riferisce novità in questo senso: "Per quanto riguarda gli affari tra parti correlate  il concetto chiave è quello del fair value: qualsiasi affare che prenda in considerazione una società e qualcuno legata ad essa deve essere valutata e riportata in base ad un “giusto valore”. Acquisti e cessioni quindi tra società che, ad esempio, condividono la stessa proprietà non sono vietate, devono però avvenire in base al fair value. Un valore che non è stabilito a priori, ma che viene analizzato da una società “terza” rispetto a Uefa e club (l’importante è che, ovviamente, non esista alcun conflitto di interessi). Sul mercato nulla viene proibito aprioristicamente dall’Uefa: il costo di un calciatore, infatti, che arriva da una squadra correlata è uguale a qualsiasi altra operazione, con l’impatto dello stipendio e dell’ammortamento che finirebbero sempre a bilancio. E lo stesso vale nel caso di un prestito, per cui le società tendenzialmente si trovano a pagare sia l’ingaggio che un costo alla società cedente per il prestito stesso (il cosiddetto “prestito oneroso”). Nessun divieto, a patto che siano operazioni logiche e per le quali i conti tornino. In tal senso, la Uefa potrebbe ritenere non “legale” un affare in cui un club acquista un calciatore per poi cederlo immediatamente ad una squadra collegata senza averne alcun vantaggio economico. Diverso il caso in cui una società acquistasse un giocatore cedendolo poi in prestito oneroso: bisognerebbe ricondurre sempre il costo al fair value (magari avvicinandolo all’ammortamento annuale del giocatore per l’eventuale acquisto), ma se questo fosse ritenuto coerente non ci sarebbero problemi, perché la società in questione pagherebbe il giocatore come nel caso di una trattativa normale”.

Sezione: News / Data: Lun 11 luglio 2016 alle 21:54
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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