Lanciato qualche settimana fa, il nuovo logo dell'Inter ha già conquistato il cuore dei tifosi. Mirko Borsche, realizzatore del logo, è stato raggiunto da Outpump per parlare del lavoro che ha portato al restyling nerazzurro. "Abbiamo pensato inizialmente di ridurre alcuni elementi per renderlo più visibile ma mantenendo lo stesso flow. Abbiamo eliminato la F e la C di Football Club non solo per una questione estetica ma anche di significato. Lo stesso logo ora può essere utilizzato sulle linee di abbigliamento lifestyle con più facilità, ma anche sulle divise esports, un mondo in cui il termine Football Club non sarebbe corretto. Noi siamo a Monaco di Baviera e abbiamo il Bayern Monaco che ha anche una delle principali squadre di basket della nazione ma ha comunque la scritta FC Bayern München sul petto. Non ha senso avere la dicitura Football Club per una squadra di basket. Quello che ha voluto fare l’Inter è stato estremamente coraggioso".
Da questa scelta è nata anche l’identità Inter Milano?
"Certamente. I rivali dell’A.C. Milan non solo hanno un nome che si identifica con la traduzione inglese della città, ma includono anche la bandiera cittadina all’interno del proprio logo. L’Inter incentra la propria identità sul raggiungimento del pubblico internazionale e per questo non può rischiare di confondere il proprio nome con altro. In molte città, come Monaco ad esempio, ci sono multiple squadre ma capita che non giochino nella stessa divisione, quindi è facile contestualizzare. Inter e Milan hanno storie che si incrociano, si sono scambiate giocatori e giocano entrambe ad alti livelli, quindi sentivamo il bisogno di comunicare maggiormente l’identità del club. I e M dovevano spiccare perché Internazionale è l’anima della squadra, Milano è l’origine. Per i tifosi più hardcore può non essere rilevante ma per quelli esteri o per chi si sta avvicinando al tifo può fare la differenza. Da questo è nata anche la campagna “I M”, due lettere che già da sole hanno un significato enorme a livello globale. Gli slogan sono importanti, si pensi a quanto è riconoscibile il You Will Never Walk Alone del Liverpool. Molti tifosi di Milan e Juventus hanno ripreso queste lettere e le hanno associate a “Inter Merda”, ma così facendo hanno solo aiutato a rendere ancora più popolare la campagna dell’Inter".
Un altro elemento tipico dell’Inter e di Milano è il Biscione. Molti lavori di Bureau Borsche si focalizzano tradizionalmente sul lettering, come avete quindi approcciato un elemento puramente grafico come il Biscione?
"Il brief iniziale era focalizzato sul realizzare degli studi biologici per capire le caratteristiche di un animale che a tutti gli effetti non è reale, motivo per cui abbiamo ricercato nella vecchia araldica milanese e in quella della famiglia Visconti, abbiamo combinato alcuni elementi inserendo anche parti dei veri serpenti e abbiamo creato una nuova iconografia. Anche in questo caso vedremo diverse varietà, sia dal punto di vista dei dettagli che dei colori usati, specie sugli accessori e sui prodotti per bambini. Ci tenevamo a dare una riconoscibilità a questa figura quasi mitologica in modo che le persone in tutto il mondo colleghino la figura del Biscione con quella dell’Inter".
Il rebrand dell’Inter non finisce col logo. Che tipo di lavoro c’è stato per coordinare l’Inter Media House sulla nuova estetica? Dalle grafiche per la partita al sito, i social media e molto altro.
"Negli ultimi sei mesi ci siamo interfacciati con l’Inter e il suo dipartimento grafico praticamente su base quotidiana. Abbiamo sviluppato delle linee guida online che possono essere facilmente condivise e aggiornate perché molti brand si inviano PDF che dopo un mese sono già da buttare. Diversi PDF su diversi desktop porta solo a errori. La volontà era di creare qualcosa di semplice e flessibile, con pochi paletti sull’uso di colori e caratteri tipografici, perché l’Inter non ha solo la Media House, ma collabora con tanti enti in tutto il mondo che devono seguire le medesime regole condivise internamente".
Quanta vita avrà il logo dell’Inter e in generale come è cambiata la durata della vita dei loghi sportivi?
"Difficile da dire. Alcuni loghi non cambiano realmente, le modifiche sono troppo piccole, come ad esempio il logo del Bayern Monaco. Sono dell’idea che questo logo potrà durare almeno dai 5 ai 10 anni, poi bisognerà vedere come si evolvono i media, le mode e se ci sarà la necessità di inserire il nome completo del club direttamente nel crest. Magari tra qualche anno andranno di moda i bordi più arrotondati e morbidi. Sarà il tempo a dirlo".
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