Vuole restare, Ashley Young. Lo dice chiaro e tondo, in un'intervista al Corriere della Sera. "Certo che sì. Amo l’Italia, Milano, il calore dei tifosi. Voglio restare e vincere. Sto imparando la lingua, siete un popolo con passione. E poi simpatici: quando parlate in realtà strillate", afferma ridendo. Si è adattato bene al calcio italiano, in cui non vede grandi differenze con l'Inghilterra. "Forse è solo più tattica della Premier. L’intensità? Ma và, uguale. Ho scelto l’Inter per vincere trofei: quello è il sentimento che ti spinge in qualsiasi parte del mondo uno decida di andare".

Young si considera "un giocatore esperto, non un top", specificando però che "a certi livelli l'esperienza fa la differenza". Riconosce le differenze tra Italia e Inghilterra nell'affrontare il coronavirus, la paura di ammalarsi ("Ma la società ha gestito perfettamente la situazione"). Il centro del problema, però, resta sempre l'emergenza attuale. "C’è una pandemia globale: allo stato attuale il calcio non è importante - dice -. La gente muore, pensiamo a uscirne". E racconta un aneddoto. "Chiamo spesso un mio amico. Era malato, ha avuto il cancro, è rimasto sei mesi in ospedale, sospeso tra vita e morte. Mi racconta quanto è stato difficile. Penso a lui, a quello che ha passato. Stare in casa non è difficile, si riscoprono gli affetti, la famiglia, per cui non abbiamo mai tempo. Aiuta stare insieme in un periodo così. Alla fine direi che è una grande opportunità: non sprechiamola".

Torna al calcio, Young, raccontando cosa lo ha spinto verso l'Inter lo scorso gennaio. "Quando Conte mi ha chiamato, ho sentito subito la sua passione. Conte non sta seduto un attimo, ma vederlo così coinvolto è una spinta. Ha una mentalità vincente, è un vincente nato.Lotta per le partite, per i giocatori e per sé. Guida ogni allenamento con la stessa passione e intensità di una partita. Non tutti i tecnici ci riescono".

Quando gli si chiede cosa manca all'Inter afferma che la squadra è "in lotta su ogni fronte: scudetto, Coppa Italia, Europa League". Ci crede ancora, il britannico: "Siamo dove dobbiamo essere. In rosa c’è grande qualità, ma la squadra ha capito che per fare il salto deve lavorare ancora di più. Forse manca un po’ di esperienza. I conti li facciamo a fine stagione. Poi è vero, la Juventus ci ha battuto. Per un giorno però ciascuno di noi può essere quello che non è, in positivo o in negativo. Di certo in rosa hanno più esperienza di noi".

In gennaio, oltre all'inglese e a Moses, è arrivato anche Eriksen. Dal danese ci si attendeva qualcosa in più. "Eriksen ha addosso una pressione incredibile ma sono i giocatori come lui che ti fanno vincere - analizza Young -. Ha addosso una pressione incredibile, succede quando sei un giocatore del suo calibro. Al Tottenham hanno fatto di tutto per tenerlo, perché sono quelli come lui che possono farti vincere trofei. Sappiamo quanto vale e quanto è e sarà importante per noi". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 30 marzo 2020 alle 09:45
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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