Diciamo la verità: probabilmente, parecchi tifosi nerazzurri di fronte alla notizia avranno storto il naso. Perché forse il nuovo arrivo non è proprio un top player, perché l’età non è più verdissima, perché nel suo palmares non ci sono squadre di assoluto livello. Insomma, tante le riserve avanzate di fronte all’acquisto da parte dell’Inter di Gaby Mudingayi, il nuovo tassello per il centrocampo di Andrea Stramaccioni dopo la partenza forzata di Andrea Poli. Una coltre di scetticismo, alla quale però il mediano proveniente dal Bologna ha fatto capire di essere ben preparato, dichiarando altresì di essere pronto a far cambiare idea a coloro che non hanno visto con favore il suo arrivo promettendo di “dare il sangue per questa maglia”. Chiariamo però un punto: l’acquisto del 31enne (da compiere) nato a Kinshasa, ieri Zaire oggi Repubblica Democratica del Congo, ma passaportato e nazionale belga, non ha solo vizi, ma anche importanti virtù.

Partiamo però dalla sua storia: Mudi cresce in Belgio, nell’Union Saint-Gilloise, club di terza divisione nel quale si fa notare, nell’anno 2000, dal Gent, formazione dove milita per quattro stagioni con 63 presenze all’attivo. L’arrivo in Italia risale al gennaio 2004, e dal nostro Paese Mudingayi non andrà più via: lo porta qui il Torino, col quale conquista la promozione in Serie A cancellata per via del fallimento del club granata all’epoca nelle mani di Cimminelli. Il Toro riparte dalla nuova società creata da Urbano Cairo, Gaby invece riparte dalla Lazio, dove debutterà nel gennaio 2006 dopo diverse traversie (squalifica, infortuni), ma nel suo primo match troverà la sua prima rete in Serie A contro l’Ascoli.

Nella Lazio comincia a fare intravedere le sue caratteristiche principali, la potenza fisica, la grinta, l’abilità nello spezzare le trame offensive avversarie, e riesce a scalare le gerarchie biancocelesti almeno fino a quando subisce un nuovo grave infortunio durante un match contro la Juventus, per un contrasto con Cannavaro. Si riprenderà tuttavia subito dimostrando di avere prontamente smaltito i postumi.

Nel 2008 Mudingayi approda al Bologna, dove scrive la pagina sin qui più importante della sua carriera: arriva per sei milioni di euro e si pone subito all’attenzione di addetti ai lavori e soprattutto dei tifosi rossoblu, che lo eleggono come uno dei propri beniamini ribattezzandolo la ‘torre’. Quattro anni davvero importanti per il roccioso centrocampista, che nell’ultimo campionato risulterà, con Di Vaio e Portanova, l’elemento con più minuti giocati, oltre a collezionare una quantità importante di palloni recuperati.

Cosa porta Mudingayi all’Inter? Innanzitutto, il belga fa della forza fisica e del fiato inesauribile i suoi punti di forza. Nelle idee di Stramaccioni non partirà presumibilmente da titolare, ma in lui il tecnico nerazzurro vede delle caratteristiche tecniche da non sottovalutare: Mudingayi è un giocatore che lotta, ringhia, pressa, un vero ‘martello’ in grado di tenere sempre ritmi molto alti, in grado di poter ridare fiato a quelli che potranno essere i titolari designati nello schieramento di Strama, senza scemare in quantità ma nemmeno troppo in qualità visto che anche a livello tattico è uno in grado di dire la sua.  Mudingayi sa che all’Inter dovrà far cambiare idea a più d’uno, ma è arrivato carico quanto basta ed è ben predisposto a dare il massimo per questa che sicuramente sarà l’esperienza più importante della sua carriera. Ora, non resta che far parlare il campo…

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 20 luglio 2012 alle 16:00
Autore: Christian Liotta
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