"Passano i terzini sinistri, ma alla fine gioca sempre Nagatomo". Questo era il commento che andava per la maggiore tra i tifosi nerazzurri dopo le prime di giornate di campionato, quando a sorpresa Luciano Spalletti ha deciso di puntare sul giapponese come titolare nel ruolo di terzino sinistro. Il primo avviso era arrivato subito dopo l'ufficialità dell'acquisto di Dalbert, quando Spalletti aveva spiazzato tutti commentando così: "Occhio a sottovalutare Nagatomo, è un giocatore importante". Quella che sembrava una provocazione è stata trasfomata dal campo in una realtà che ha sorpreso tutti in queste prime 11 giornate di Serie A. 

DALBERT E YUTO - Nagatomo è arrivato all'Inter nell'inverno del 2011 e in questi 6 anni ha vissuto alti e bassi: da simpatico giocatore che conquistava tutti con la sua solarità, con il passare delle stagioni i tifosi nerazzurri hanno perso interesse per il fatto che fosse il primo giapponese della storia del club, concentrandosi invece sulle spesso imprecise prestazioni che ha fornito in campo. L'errore nella sfida interna dell'anno scorso contro il Napoli (assist involontario a Callejon per l'1-0 finale) ha rappresentato il punto più basso del terzino con la maglia dell'Inter, che da lì sembrava ormai destinato a dire addio nella successiva sessione di mercato. Durante l'estate però le offerte giuste non sono arrivate e allora Spalletti ha deciso di fare di necessità virtù, lavorando per trasformare il giapponese in un terzino da Inter. 

Spalletti ha chiesto a Nagatomo affidabilità: magari meno apporto offensivo, lasciato più a D'Ambrosio sull'altra fascia, ma più attenzione alla posizione difensiva, alle diagonali e alla marcatura dell'uomo, anche perché non sempre Perisic è puntuale nell'aiutarlo. E Nagatomo ha risposto alla grande, fornendo prestazioni fin qui praticamente immacolate: rapido sull'uomo, capace di usare il destro e il sinistro, sta facendo esattamente quello che Spalletti voleva da lui. Poco appariscente, ma preciso. Conscio dei suoi limiti, raramente raggiunge il fondo per il cross, ma con la stessa frequenza lascia la difesa sguarnita. Nagatomo ora certamente non è un fenomeno, ma è un giocatore il quale in un contesto funzionante, come quello dell'Inter attuale, sa starci e fare il suo. 

E Dalbert? Il brasiliano, arrivato dal Nizza per circa 20 milioni, è stato preso per dare di nuovo lustro alla corsia mancina. Paragonato a Maicon più per la provenienza (la Ligue 1) e per la nazionalità più che per caratteristiche, rappresenta il futuro dell'Inter nel ruolo di terzino. Al momento però ha giocato pochissimo (titolare solo contro Spal e Genoa, 0 minuti nelle ultime 4), non lasciando un segno particolare: non si è macchiato di errori evidenti, ma si è dimostrato timido e forse non ancora pronto per essere il titolare in una squadra di vertice. La situazione però presto dovrà cambiare e prendere una svolta, in un senso o nell'altro, perché l'Inter lo ha pagato tanto e la sua età (classe '93) fa pensare che non ci sia troppo tempo per aspettarlo. A 24 anni, un giocatore pagato quella cifra deve essere pronto per giocare titolare in Serie A, se non lo è vuole dire che qualcosa non va. Spalletti e il suo staff stanno lavorando davvero molto su di lui, cercando di indottrinarlo sui movimenti difensivi  e non solo, perché possa prendersi presto una maglia da titolare come nelle strategie iniziali di club e staff tecnico. Sicuramente per crescere ha bisogno di giocare e, di conseguenza, di sbagliare. Solo così l'Inter potrà capire di che pasta è realmente fatto l'ex Nizza.

Il presente dice Nagatomo e un'Inter che funziona, il futuro rappresenta l'incognita Dalbert e la sensazione che le prestazioni della squadra possano subire una innalzata di qualità da un terzino di maggiore spinta e offensività. La sicurezza della prestazione, anche se non esaltante, o l'azzardo di un giocatore può essere un flop così come una bella sorpresa: le due facce della stessa medaglia figlie di una maledizione che ne ha bruciati tanti (da Pereira a Telles, passando da Erkin) e che Spalletti vorrà esorcizzare per il definitivo salto di qualità.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 02 novembre 2017 alle 20:50
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
vedi letture
Print