Andrea Stramaccioni parla a Radio Rai e tocca anche punti interessanti in chiave Inter. Proprio in un momento critico per il club nerazzurro.

Come sta vivendo questa crisi dei nerazzurri?
''L'Inter è una delle squadre più amate d'Italia, lo dicono i numeri. Un pezzetto del mio cuore non posso negare sia rimasto a Milano. Dispiace che la squadra sia in un momento così, è una piazza in cui tutto viene amplificato, nel bene e nel male. A Milano devi vincere, giustamente c'è una tifoseria ambiziosa. Non sta a me giudicare il lavoro di altri, da fuori, ma auguro ad Ausilio – a cui sono legato - di tornare a far punti. E anche per molti ragazzi che sono lì: spero si risollevino subito''.

Tornare all'Inter è una ambizione reale?
''Sì, è normale... Bisogna parlare con rispetto, c'è una proprietà diversa che ha fatto sue scelte e anche innovative. C'è l'ambizione un giorno di poter tornare in una squadra importante, fermo restando che l'Udinese è una squadra importante. Vi svelo un aneddoto: quando Ausilio ha rinnovato fino al 2017, scherzando gli ho detto: 'Piero, dai, mi riporti all'Inter'. Ma è una battuta. Io spero di proseguire all'Udinese che ha investito su di me''.

E' vero che sarebbe rimasto all'Inter con Moratti ancora presidente?
''Non riesco a dire bugie. Si sa che ero stato scelto da Moratti. Ero un tecnico costruito in casa, diciamo così. Avevano avuto il tempo di valutarmi con i giovani e su di me c'era un progetto triennale. Ma il momento decisivo è stato quando il presidente, a 2-3 giornate dalla fine del campionato, mi comunicò che doveva vendere il pacchetto di maggioranza perché non era andata a buon fine la cessione di una sola parte della società. Naturale e giusto che chi sia venuto dopo abbia cambiato molte cose, tra cui l'allenatore''. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 06 ottobre 2014 alle 10:14 / Fonte: Radio Rai
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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