Next Generation Series. Non solo il nome del trofeo vinto dall'Inter Primavera quest'anno, ma soprattutto il marchio di fabbrica che lancia Andrea Stramaccioni. A Inter Channel, il tecnico nerazzurro ha discusso con Alessandro Villa nel format NextGen Story proprio di tutto quello che ha significato per lui e per l'Inter questa competizione. Partendo dalla sconfitta contro il Tottenham, una Caporetto chiamata 7-1 da cui ripartì però una grande Inter. Ecco quanto FcInterNews.it ha raccolto: "Sì, a parte le battute, la competizione è finita per volere divino nello stesso stadio, è stata una partita nella quale ci voleva grande personalità per non sbandare e per non dire che non andava bene niente. Sapevo che quella sconfitta non avrebbe pregiudicato il nostro lavoro. So che i miei metodi hanno bisogno di tempo, di assimilazione per i ragazzi.

Poi abbiamo vinto il Next Generation Series, la risposta c'è stata sul campo. Anche perché in Coppa Italia e al Viareggio siamo usciti ai rigori. La svolta della stagione è arrivata proprio contro il Tottenham, tutti hanno visto una grande Inter. Forse è stato meglio non vincere, perché hai costruito una gran prestazione mantenendo la fame di vittoria. E da lì nascono i trionfi di Eindhoven e Lisbona. Per noi il Next Gen è stato fondamentale e ha dato tanto ai ragazzi.

Aver sentito il sapore di calcio europeo ti porta al calcio che conta. Andare a Lisbona, a Londra è patrimonio inestimabile per questi ragazzi. Nel nostro campionato i palcoscenici sono completamente diversi". Ma quanto Stramaccioni è stato psicologo, motivatore e tattico? "Penso un po' tutte e tre, ma il merito è dei ragazzi. Stramaccioni era lo stesso nella prima e nell'ultima partita di Londra. Questo trionfo europeo nella storia scritto dall'Inter, perché siamo stati i primi a vincerlo, è merito dei miei giocatori".

Tanti elementi, sottolinea Alessandro Villa, sono cambiati come apporto e partecipazione rispetto agli anni precedenti: "Sì, è stata una scelta congiunta con la società - spiega Stramaccioni -. Volevamo una Primavera diversa, con un ciclo con un nuovo tecnico. Abbiamo girato la boa, tutta la vecchia squadra era stata mandata a fare esperienza. L'Inter rinasceva per un progetto quantomeno biennale, e il campo ha dato ragione alle scelte di Samaden. Sono nate figure professionali che l'anno prima erano rimaste più ai margini per merito dei compagni, i nostri giocatori della Primavera sono i più richiesti tra Serie A e Serie B. Qualcuno anche da me...", rivela Strama.

Chi ha impressionato di più come salto di qualità è decisamente Daniel Bessa: "Sono felice e non stupito. Sono felice per Daniel, perché ha dimostrato il suo valore. Non mi sorprende sentire che i giocatori di qualità siano ingestibili, ma io amo la qualità e amo metterla in campo. Bessa ne ha tanta e lo ha dimostrato. Quando è stato trattato da uomo con me e mi ha ripagato da uomo. Penso che non abbia mai corso in tutta la carriera quanto in finale con l'Ajax senza palla in dieci uomini. L'ingenuità è stata farsi male il giorno seguente, perché altrimenti sarebbe arrivato ad allenarsi con me in prima squadra".

Il salto dalla Primavera alla prima squadra, però, "il salto è grande - argomenta Stramaccioni - tra la Primavera e la Serie A. Poi, ancor più grande tra la Primavera e un top club come l'Inter, la nostra società. Ma la storia dice che non necessariamente i migliori giovani della Primavera esplodono in prima squadra. Sui nostri giovani c'è un progetto ben chiaro e ben preciso, ci si lavora, se non hanno ancora esordito non è perché non siano di valore, anzi". Parola di Andrea Stramaccioni.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 21 giugno 2012 alle 20:56 / Fonte: Inter Channel
Autore: Fabrizio Romano
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