"Ho cercato di preparare bene la partita, m'ha dato un po' di fastidio il comportamento sul mio atteggiamento tattico della dirigenza della Juventus, magari adesso il Dott. Marotta la pensa diversamente...". Parola di Andrea Stramaccioni, intervenuto ai microfoni di Sky al termine della sfida contro la Juventus: "Noi lavoriamo sodo durante la settimana, abbiamo dimostrato di poter giocare con i campioni d'Italia, ci vuole rispetto. E non parlo degli episodi... Il tridente era il miglior modo per affrontare la Juventus, loro corrono tanto, ma noi li abbiamo bloccati, soffrendo in alcuni reparti, ma non dando riferimento con i 3 d'attacco. La sostituzione di Lichtsteiner li ha portati a mettersi a 4, potevamo anche perdere, ma io l'ho vista così, preparata così, e basta. 

Abbiamo preso subito un gol, ma ho visto la Juventus in difficoltà, l'Inter ha fatto bene. Detto ciò, la Juventus rimane in testa. Il giorno più bello della mia carriera è quando il Presidente mi ha scelto, non abbiamo fatto ancora niente, siamo all'undicesima giornata. Hanno dovuto cambiare dopo 45', quindi li abbiamo messi in difficoltà. Non do mai la formazione prima, perché devo dare un vantaggio agli avversari? Quando ho detto ai tre davanti che avrebbero giocato, erano forse un po' sorpresi ma hanno fatto un lavoro pazzesco su Pirlo. Sul piano della reazione mentale, coi ragazzi ero sicuro che avremmo ripreso la partita, che avremmo provato a vincerla. La forza si vede anche in queste cose, abbiamo vinto ed è la cosa più importante. 

Per contenere i tre d'attacco, dovevano per forza lasciare spazio a Nagatomo. E' stato bravo a sfruttare. Io l'avevo detto che volevo vincere ieri in conferenza, non m'ha creduto nessuno... (ride, ndc). Qui si parla tanto di sul campo, sul campo, sul campo. Da quando sono arrivato sento solo di parlare sul campo. E noi oggi abbiamo vinto sul campo...". 

A Premium Calcio Stramaccioni torna sulla battuta di Marotta: "Adesso non voglio fare polemica, però sentire Marotta fare ironia sulla nostra spensieratezza me lo sarei riservato a fine gara se fosse andata bene per loro, visto che dopo 35 minuti hanno tolto un esterno per difendersi, o almeno spero sia così". Strama infuriato nel primo tempo per gli episodi, ma bravo a lavorare psicologicamente: "La reazione è stata la cosa più importante, in quel momento l'Inter poteva sbandare dopo il gol a freddo e invece ha preso in mano la partita e ai ragazzi ho detto che si poteva vincere. Il campo ci ha dato ragione". Ma qual è l'episodio che ha indispettito di più il tecnico? "La Juve è andata in vantaggio dopo poco, ma io voglio solo parlare di calcio e il rammarico era dovuto al gol dopo pochi secondi. Però dopo l’episodio su Giovinco ho capito il metro di Tagliavento. Ma va beh, io sono bravo più a parlare di calcio”.

Ma Stramaccioni è diventato lo Special Two? “No, io sono un tecnico giovane che vuole imparare partita dopo partita. Io preparo le partite sempre come se fossero le ultime per me. Io ho detto due cose alle quali non ci credeva nessuno, e alla fine si sono avverate. Sono felicissimo, ma ora piedi per terra”. Sul tridente: “Io avevo già le idee molto chiare su come affrontare la Juventus. Sicuramente avrei accettato anche di perdere ma non di essere dominato dalla Juve. Ce la giochiamo, abbiamo calciatori forti, questa è la mia mentalità e sono stato scelto per questo”.

Stramaccioni rende merito alla squadra, “perché sono loro a mettere in pratica le mie idee. Hanno vinto la partita contro la squadra più forte d’Italia o quella che era considerata tale. Ci manca ancora solidità ma penso che abbiamo ancora margini di crescita, lavoriamo perché è un niente tornare indietro”.  Roberto Bettega gli chiede se ha visto una Juve in leggero calo: “Io dico che abbiamo provato a preparare la gara cercando di sfruttare i loro pochi punti deboli. Non abbiamo quasi mai permesso alla Juve di giocare dal fondo, chiudendo sempre bene. Buffon è sempre stato costretto a rinviare, se cercate le altre partite della Juventus forse solo con la Fiorentina lo aveva fatto. E noi non ci siamo mai fatto aggredire. Poi, il resto chiedetelo ad Alessio”. Ma allo scudetto ci pensa? “E’ lunghissima, l’importante è che siamo cresciuti. E Moratti mi ha chiesto di portare la squadra in Champions”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 03 novembre 2012 alle 22:51
Autore: Riccardo Gatto / Twitter: @RiccardoGatto1
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