Steven Zhang, presidente dell’Inter, ha parlato ampiamente anche al portale cinese Sina.com dopo la partita che i nerazzurri hanno giocato nella sua Nanchino, mercoledì scorso, contro la Juventus. Nelle parole rilasciate al media locale, Zhang junior spiega quella che è la sua visione complessiva del progetto legato all’Inter e dei cambiamenti introdotti in questi tre anni nei quali il club di Viale della Liberazione è passato nelle mani di Suning: "Prima di tutto, sono cambiate le modalità di gestione. Penso che qualsiasi azienda, non importa cosa faccia, si tratti di Internet, commercio elettronico, tecnologia, auto, finanza o calcio, la gestione finale si riflette in tutti gli aspetti dell'azienda, ma in settori come quelli del calcio, dei media, dell'intrattenimento, tutto questo si ingigantisce e diventa più facile da vedere. L’Inter, ormai, funziona come una grande industria cinematografica".

Lo stesso Zhang sente che ora il management e la gestione dell’Inter sono progettati per rispondere al meglio alle esigenze di Suning. E a suo dire, chiunque lavora duro e riesce a creare un valore aggiunto alla società, avrà la sua opportunità. “Molte volte, tutti guardano il club, prestano attenzione ai giocatori, ma penso che la cosa più importante per me sia il miglioramento dell'intera gestione negli ultimi tre anni, in particolare dal punto di vista del valore della nostra attività e del nostro brand. Lo si può vedere: in passato la squadra di calcio europea era più una piccola organizzazione, ora devi diventare una società forte, in particolare le prime dieci squadre al mondo. I club calcistici vanno considerati un'impresa molto forte e profondamente impegnato nelle operazioni”.

Zhang rivela anche alcuni aneddoti della sua esperienza da presidente dell’Inter in Italia, lui che ha solamente 27 anni: “L'età non è una limitazione per i cinesi, ma una cosa così è davvero rara nei club europei e persino nell'intero mondo del calcio europeo. Forse sono visto ancora come uno straniero. Quando entro nei locali, noto che molte persone hanno i capelli bianchi e mi guardano come se fossi un bambino. Ecco, per loro forse sono ancora un bambino. Ma penso che questo sia uno shock per la comunità calcistica europea. Penso di poter portare loro un po’ di innovazione e di energie nuove”. Molte volte, ho anche bisogno di affrontare alcune sfide e difficoltà, ma penso che sia normale. Chiunque affronterà difficoltà e sfide nel loro lavoro. Tutte le cose sono prodotte durante lo studio. Solo tre anni fa, io guardavo raramente le partite di calcio, improvvisamente la vita mi ha giocato uno scherzo e mi ha dato l'opportunità di farlo. Questa è davvero una sfida, ma sento che per uno degli anni ’90 non esistano sfide impossibili da accettare”.

Steven, ora, deve dividersi tra i ruoli di numero uno dell’Inter e responsabile di Suning International: “La cosa che questi due ruoli hanno in comune è il fatto di interagire con persone con nazionalità e background culturali diversi. Come il permettere alle squadre di tutte le parti del mondo di sostenersi e capirsi e conoscere le esigenze reciproche. Ci sono differenze di tempi, geografiche e culturali tra i vari team. È una grande sfida lavorare insieme e capirsi a vicenda pur avendo grandi differenze. Voti non me ne do, però cerco sempre di migliorare; il mio lavoro è appena cominciato”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 26 luglio 2019 alle 19:05
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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