L’inizio altalenante di stagione dell’Inter è (anche) nel segno di Ivan Perisic. Il croato è stato uno degli uomini cardine della stagione passata, in cui, come in quella appena iniziata, partì forte. Quest’anno però, fatta maggiore esperienza anche con la maglia della nazionale, sembra aver compiuto un ulteriore salto di qualità.
L’originario di Spalato è ambidestro. Una dote importante, apprezzata e sfruttata da molti dei suoi allenatori in passato, ma che non sempre ha valorizzato a dovere. Nel proprio gioco però, basato su finte, controfinte, 1vs1, Perisic ha sempre prediletto il tiro di sinistro. Una giocata efficace, ma che ne limita l’imprevedibilità: conoscendo questo suo “vizio” infatti, i difensori hanno spesso avuto vita facile nel chiuderlo sul suo lato forte, costringendolo a rientrare sul destro. Una dinamica in cui l’ex Wolfsburg si è sempre trovato poco a suo agio. Almeno fino a questa stagione.
La scorsa annata infatti, nelle sue 11 reti segnate, quelle realizzate di destro e quelle di sinistro si sono perfettamente equivalse (4 per piede). Segno di un progressivo miglioramento nell’uso del piede a lui meno congeniale. Anche in questa crescita, però, è rimasta evidente una mancanza di sicurezza, da parte del croato, nell’affidarsi al proprio destro. Finta e palla sul mancino, questa è l’azione-tipo di Perisic, a cui le difese non sempre han fatto il callo. Ma alla lunga, limitare il proprio arsenale può diventare controproducente. Anche in occasione del Mondiale, Perisic si è dimostrato più propenso a cercare la giocata con il mancino. Lo conferma il fatto che delle 3 reti realizzate, tutte e 3 siano arrivate in questo modo.
Un’inversione di rotta significativa sembra essersi verificata con l’inizio di questa nuova stagione. Perisic è stato tra i giocatori con meno riposo a disposizione, poco più di un mese tra la finale del Mondiale e l’esordio a Reggio Emilia. Eppure è riuscito subito a calarsi nei panni del trascinatore. E mostrare di aver affinato ulteriormente una propria debolezza.
Nelle prime 3 uscite stagionali, infatti, il croato ha messo a segno 2 reti, contro Torino e Bologna. Entrambe arrivate con il destro. La prima, in casa di fronte ai granata, su un apprezzabilissimo gesto tecnico. La seconda al termine di una giocata personale chiusa col il piede debole, se così si può definire. Visto che, pochi giorni più tardi, anche il gol messo a segno con la maglia della Croazia è arrivato dal suo destro.
È un anno importante per l’Inter. Il ritorno in Champions League dopo tanti anni di assenza è un crocevia fondamentale per una squadra che grande era e grande vuole ritornare. Ma se nel frattempo grande lo è stata, o almeno ha provato ad esserlo, è per merito di giocatori che come Perisic hanno nobilitato organici e annate non propriamente entusiasmanti. Giocatori che ora, come il croato, vogliono e devono fare di più.
Ciò che è stato contestato a Perisic nel corso degli anni è l’incostanza. Molti lo hanno trovato unico, fondamentale nel gioco dell’Inter. Per altri, invece, difficilmente una squadra potrebbe averlo come punto di forza. Lui, di punto di forza, ne ha avuto sempre e solo uno: il mancino. A cui ora ha voluto aggiungere una ulteriore abilità. Poter concludere con la stessa sicurezza entrambi i piedi, e perfino di testa – come gli è capitato in passato - lo rendono molto di più di un semplice esterno. Un trequartista completo, con licenza di calciare da qualsiasi posizione e con qualsiasi piede. Senza farsi prendere dalla paura, ma anzi, dall’onore e dall’onere dell'essere un trascinatore. Per ‘tornare a riveder le stelle’ l’Inter ha puntato su di lui, ed ora vuole potersi nuovamente fidare. Il passo in avanti il croato è pronto a farlo. Con quale piede, in fondo, non importa.
Federico Rana
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