Andrea Ranocchia è stato ospite dell'Università Cattolica di Milano nell’ambito di una lezione del master in Media Relation e comunicazione d’impresa. Ecco le sue parole in una videointervista: ’Rapporto coi social? E’ iniziato da poco, due settimane fa. Per ora è buono e spero di continuare su questa strada, con tanti elogi dai tifosi. Se leggo le pagelle? Quando ero più piccolo le leggevo di più, ora meno, mi concentro maggiormente su quello che faccio in campo. Idea su cosa fare per quando smetterò? Spero di giocare ancora tanti anni. Ho qualche progetto, ma nulla di concreto”.

Nel corso della lezione invece il difensore si è soffermato sulla differenza del rapporto con la stampa nelle varie esperienze, partendo da Bari: "Al Sud c'è una mentalità diversa, è gente che vive per il calcio. In una grande squadra come il club del capoluogo pugliese, pur essendo in serie B eravamo molto seguiti dai media. Quando vincemmo il campionato non ci fecero letteralmente respirare”. 

Dopo essere passato per il Genoa, arriva all’Inter: “Una delle dieci squadre più importanti a livello mondiale. Noi giocatori dobbiamo sempre dare un'immagine positiva: ogni volta che parliamo o che semplicemente appariamo in pubblico siamo portatori dei valori della nostra squadra; inoltre dobbiamo anche ricordarci sempre che i giovani ci guardano e ci prendono come riferimento, e noi abbiamo il dovere di dar loro il buon esempio".

Sulle interviste a fine primo tempo Ranocchia non è entusiasta: "Se ci fate caso sono tutte uguali, sempre: un po’ per superstizione, un po’ perché hai appena corso per tre quarti d'ora e hai il cuore a mille, le cose che riesci a dire sono sempre: 'dobbiamo continuare così anche per i prossimi 45 minuti, nel secondo tempo non dobbiamo avere cali di attenzione e dare il massimo' e altre cose simili".

Infine sulle dichiarazioni a fine gara, magari dopo una sconfitta, come con l’Atalanta: “Parlare dopo una sconfitta non è mai facile: anche se è andata malissimo bisogna comunque trovare ed evidenziare l'aspetto positivo. A volte sembra che i giornalisti non aspettino altro che fare a pezzi i calciatori”.

 

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 26 marzo 2014 alle 21:50
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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