"È difficile togliersi il 'giocatore' dalla testa". Diego Milito si confessa ai microfoni di Olé, dopo l'addio al calcio dello scorso 21 maggio nell'ultima partita stagionale disputata al 'Cilindro' con il Racing. "Oggi posso fare cose che prima non potevo: prendere un mate con mio padre nell'officina, visitare cugini, amici, portare i miei figli a scuola e andarli a prendere... Allo stesso tempo, penso di essere in vacanza come il resto della squadra. Negli ultimi sei mesi sapevo che tutto questo sarebbe finito. Però da qui a essere preparato... Lo sentirò quando i ragazzi torneranno ad allenarsi, il 21. Oggi me la godo, non ho voglia di giocare. Anche se non posso restare molto tempo senza fare nulla". Il Principe si spiega con un aneddoto legato al suo periodo all'Inter: "Una volta, dopo un'operazione, sono andato in Messico con un professore. L'Inter voleva che non facessi nulla. C'erano 40 gradi e io, in palestra. Un posto di merda".

Tornando poi ancora all'addio nella vittoria casalinga contro il Temperley: "Quando ci penso mi vengono le lacrime. È stato qualcosa di molto forte. Vedere lo stadio così... Porto con me rispetto e amore. Questo vale più di qualunque titolo: è il massimo. Ricevere messaggi dal Saragozza, dall'Inter e dal Genoa, andare lì e sapere di avere le porte aperte. Questi sono i valori che mi hanno trasmesso mio padre e mia madre. Non so se merito tanto. Ho perso parte della mia vita, la mia casa... Giuro che nel secondo tempo me n'ero andato. Guardavo le tribune, il campo e pensavo: "Non correrò più qui". È stato molto forte, il corpo ne ha risentito e mi sono dovuto fermare. Lì in campo mi sentivo unico. Quello che ami non puoi averlo più a 36 anni. Però ho ottenuto pure la tranquillità. Il sogno che sono venuto a cercare l'ho realizzato: ritirarmi con questa maglia. E non tutti hanno questo sogno... A mia moglie dicevo: "Era il mio sogno e guarda ora...". Il calcio a volte ti porta sull'altro lato. Volevo ritirarmi bene, giocando. In tanti mi hanno chiesto altri sei mesi in più. Di potere potevo, ma il punto è come. Non permetto di essere trascinato. Già adesso mi è costato".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 06 giugno 2016 alle 17:54
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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