L'edizione odierna del Corriere della Sera, a firma di Mario Sconcerti, riporta alcuni virgolettati del tecnico dell'Inter Walter Mazzarri. Una sorta di sfogo per le critiche eccessive ricevute nonostante tutte le attenuanti del caso:
"E’ possibile, direi probabile, che vincendo domani in casa con il Chievo un po’ di cose si rimetteranno a posto nell’Inter - scrive Sconcerti -. Chiuderebbe il girone di andata a 34 punti, che significano una settantina alla fine del campionato, quota che per Mazzarri significherebbe il diritto a un elogio, per sé e per la squadra. Ritiene che il 4° posto finale sarebbe un risultato importante mentre il 5° sarebbe quasi un dovere. «Il Verona va superato». Quello che non capisce è perché si chieda continuamente di più a questa Inter, in base a quali meriti pregressi. Non si parla della Grande Inter, ma del 7° posto di due stagioni fa e del 9° della stagione scorsa. «Non c’è stato praticamente mercato e ho perso 4 di quei titolari: Cassano, Zanetti, Samuel e Milito. Dove trovavo la differenza per costruire una squadra da 85 punti?». La prima risposta è che quella differenza si pensava potesse portarla lui. Mazzarri sostiene di averla portata. L’Inter dall’arrivo di Kovacic alla fine del campionato 7 mesi fa, ha fatto 0,87 punti a partita. Mazzarri è convinto che i punti quest’anno alla fine saranno molti di più".
E ancora: "Ma non capisce in base a quali ideologie la sua Inter dovrebbe essere da primissimi posti. Si sente abbastanza tradito, prima di tutto dalla vecchia società. «Moratti non mi ha mai detto che stava per vendere né che non c’erano soldi per fare mercato». Pensava meglio del suo lavoro, ma temeva anche peggio. «Abbiamo restituito valore a Jonathan, ritrovato Alvarez, rimesso Cambiasso al centro del progetto. È evidente che arriva un momento in cui perdi brillantezza e lì paghi. Ma la guerra che c’è intorno all’Inter non è spiegabile dal punto di vista tecnico». In sostanza, come pensavate di potervi aspettare di più? «Sto allenando una squadra che ha 8 giocatori in scadenza di contratto. È normale?». Alla Pinetina 4 giocatori sono stati invitati ad allenarsi a parte aspettando il mercato. Altri tre o quattro sanno che probabilmente a fine stagione smetteranno.
Ma il mercato in entrata non è previsto. La situazione economica dell’Inter è pericolosa, su questo ha ragione Thohir. Il bilancio prevede anche per il 2013 un deficit di 70 milioni. Nessun mercato in estate, società venduta in autunno, nessun budget di mercato in inverno, sono indicatori di un’azienda che deve essere urgentemente risanata. Lo sapevamo, ma forse non fino in fondo, non fino all’ultima cifra. Ci sono qua e là particolari agghiaccianti che è giusto restino nel buio. È giusto anche che il risanamento sia partito dalla squadra, ma questo deve essere capito. È questa differenza tra la fede e la realtà che crea la divisione. Chiedete all’Inter quello che è da Inter in questo momento. Poi ricominceremo. Ma cos’è più esattamente l’Inter adesso? «Una squadra che combatte ogni partita, ma che può anche perderla. Una squadra che fa della velocità e l’aggressività il modo per andare oltre i suoi limiti, ma che può pagare quando c’è un calo fisico». Non c’è una grande cifra tecnica, quel di più che da solo porta oltre le difficoltà. Mazzarri non capisce come questo non sia evidente, chiaro a tutti. E sente che proprio questa sproporzione finisce per pesare sulla squadra.
La nuova società sembra essergli molto vicino. Thohir lo ha rimproverato solo perché si arrabbia troppo. «Tranquillo» gli dice, «andiamo avanti». Si sentono ogni giorno, Thohir gli manda messaggi sul telefono, sono sempre rassicuranti, ottimisti. Mazzarri capisce il momento di tutti, le difficoltà di rifondare, preferirebbe anche qualcosa che rinforzasse la squadra. Mazzarri è un solitario, gli piace sapere tutto, ma è il campo il suo lato della vita. La società gli va benissimo anche così, con l’entusiasmo della prima volta. E la società lo ripaga, gli dà fiducia, lo ringrazia quasi per come ci mette la faccia. Ma poi c’è il calcio, c’è la gente, i media. E tornano le incomprensioni. Non c’è niente di più smanioso di un’evidenza negata. L’Inter è questa. «Spero che qualcuno ci ringrazierà se arriveremo quinti». Mazzarri è un leggendario fumatore. Aveva smesso per 8 mesi mettendo su 10 chili. Ha ricominciato in ritiro durante le sue chiacchierate in mezzo alle Marlboro di Moratti. «Ne prendo una sola… ». Ora è di nuovo un fumatore. Non è il momento giusto per altri sacrifici".
Non viene spiegato se si tratti di un virgolettato realmente raccolto dal popolare editorialista o solo una deduzione dello stesso.
Autore: Alessandra Stefanelli / Twitter: @Alestefanelli87
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