Beppe Marotta, ad sport dell'Inter, è tra i protagonisti del forum che ha fatto da appuntamento conclusivo all'evento 'Lo Sport fa Viaggiare', organizzato in quel di Cervia. Il dirigente nerazzurro si sofferma in primo luogo sui concetti di turismo sportivo con focalizzazione sul tifoso che va in trasferta: "Mi fa molto piacere essere qui, ho accettato l'invito con grande piacere. Io penso che lo sport e il turismo siano rimasti tra gli unici asset che fanno da volano per l'economia del Paese. Il movimento sportivo genera una grande impressione e grandi numeri. Io rappresento la Serie A, che è un modello esclusivamente di business; però i valori dello sport di nicchia e di base sono sempre quelli. Il fare attività fisica rappresenta un tema di prevenzione e di salute, e ciò si traduce in meno soldi spesi dallo Stato per la salute. Però gli impianti sono pochi, c'è ancora molto da fare: pecchiamo di infrastrutture povere e di mancanza di formazione. Non possiamo pensare allo sport come fenomeno a sé stante, ci vuole un'offerta formativa per coloro che sono destinati a questo settore. Mancano strutture e mancano docenti, poi c'è anche una burocrazia che rende molto difficile il finanziamento delle strutture nuove e la stessa banca dello sport non riesce a garantire soldi".

Marotta apre poi il discorso legato alla Serie A e alle ambizioni dell'Inter: "La seconda stella? Nello sport bisogna avere il coraggio di osare, sta anche a me come leader di un gruppo dire quale sarà l'asticella. Dire che puntiamo alla seconda stella è uno stimolo, poi la sfida è importante per tutti in una stagione anomala, con quasi due mesi di sosta forzata per via del Mondiale. Bisognerà gestire la parte atletica, che sarà difficile visto che tanti giocatori andranno al Mondiale. Direi che potrà incidere sull'esito finale. Di sicuro sarà un campionato avvincente, negli ultimi anni Inter e Milan hanno vinto lo Scudetto facendo sì che non ci sia più l'egemonia della Juventus. L'anno scorso poi ha dimostrato che la cura dei particolari fa la differenza. Siamo arrivati a due punti dallo Scudetto, il che significa che la distanza era minima e quindi vanno curati quegli aspetti trascurati la stagione passata. Una società deve curare i particolari, come ad esempio lo staff che sta dietro la squadra che va in campo, dai magazzinieri ai nutrizionisti. Spero tanto che ci sia quella passione e quell'interesse che questo sport merita. In Lombardia negli anni '70-'80 lo sport era generato principale dal mecenatismo dell'imprenditoria, oggi non ci sono più imprenditori e quindi non ci sono più società sportive. A Varese, la mia città, la pallacanestro e il ciclismo giravano intorno al commendator Borghi. Oggi le società calcistiche tra Milano e Varese si sono ridotte, è un momento di forte contrazione".

Cosa pensa davvero Marotta del calcio italiano e dell'arrivo dei fondi? "Se arrivano i fondi vuol dire che mancano i soldi, c'è un grande difficoltà finanziaria. Quindi è giusto che venga dato spazio a proprietà straniere, perché il mecenatismo è finito, e ai fondi perché in un momento di grande contrazione finanziaria danno linfa vitale per portare avanti il sistema. Io credo però che il made in Italy sia ancora di altissimo livello, come giocatori e come allenatori. Carlo Ancelotti, rivincendo la Champions League, ha dimostrato quale sia la qualità degli allenatori italiani". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 29 luglio 2022 alle 22:33
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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