Intervistato da Repubblica, Roberto Mancini non ritratta, anzi aumenta se possibile le accuse verso Sarri e, in generale, verso un mondo del calcio visto più come una caserma che come uno sport: "Lui in realtà ha offeso tante persone, tanti poveri ragazzi che in Italia o in altre parti del mondo vengono presi in giro, vengono derisi da gente che pronuncia certe paroline con tanta facilità... poi magari ogni tanto capita che qualcuno si suicidi perché non ce la fa più. Quante volte abbiamo letto di storie simili?".

''Io paladino dei diritti civili? No, non sono il paladino di nessuno - fa Mancini -. Però come si fa a sentire ancora queste cose nel 2016?! Tra l'altro la cosa che mi faceva arrabbiare di più era che mentre Sarri mi diceva “frocio” e “finocchio” era a un passo dal guardalinee e dal quarto uomo, e quelli impassibili. Anzi io gli facevo notare le offese e loro mi dicevano “lascia stare, dai”. Ma lui mi insultava, e faceva pure il gesto con la mano, tipo “vattelo a prendere nel c...”. Incredibile''.

Poi chiarisce sul post-gara negli spogliatoi: "Sono entrato nello spogliatoio, io, da solo, contro tutti loro. E lui faceva ancora lo sbruffone: "E vabbè scusa, t'ho chiesto scusa, che vuoi ancora?", diceva. Allora ho risposto in malo modo: "Ma non hai capito che hai 60 anni e certe cose non le devi proprio dire?". Ha perso completamente il lume della ragione. Ma lui è così, dev'essere la sua natura. Pare che ne avesse già fatte, di battute simili. Poi ha peggiorato tutto con quello che ha detto in tv. Avrebbe dovuto dire la cosa più semplice del mondo: "Ho detto delle fesserie, mi scuso" e finiva lì. Invece è andato a fare il simpatico. Un livello veramente basso".  

Poi, il tecnico nerazzurro puntualizza ancora: "Io gay? Magari nella foga del discorso si è capito male: ho solo detto che se gli uomini fossero tutti come Sarri, allora sarei orgoglioso di essere gay. Quanto al resto, ovviamente rispetto tutti i gusti sessuali, però a me piacciono le donne, e solo quelle. Se sono sorpreso della risonanza avuta all'estero? Neanche un po'. Mi pare normale, giusto. All'estero c'è una sensibilità diversa su queste storie. Infatti ribadisco quello che ho detto lì per lì: in altri paesi, tipo in Inghilterra, un allenatore che pronunci parole simili contro un collega non metterebbe più piede in campo. E come deve finire? All'italiana, no? Due giornate di squalifica e via... Piuttosto le chiedo una cosa: dal Napoli non dicono niente? Il presidente del Napoli non ha nulla da dichiarare?".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 21 gennaio 2016 alle 09:40 / Fonte: La Repubblica
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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