Sbarcato assieme alla comitiva belga a Copenaghen nel tardo pomeriggio, Romelu Lukaku è il primo ad accomodarsi in conferenza stampa per anticipare i temi di Danimarca-Belgio, seconda gara a Euro 2020 dei Rode Duivels. Sfida in cui il bomber interista non potrà incrociare in campo il suo amico e compagno di squadra Christian Eriksen, che però vedrà di persona al Rigshospitalet, l'ospedale dove il centrocampista è ricoverato da sabato sera: "Voglio andare a salutare Christian in ospedale, ne ho parlato con l'allenatore e lui ovviamente è d'accordo - le parole del Big Rom -. Al decimo minuto di gioco (10 numero di maglia di Eriksen) fermeremo il gioco per rendergli omaggio con un applauso. Domani, dopo la partita, manderò un messaggio a Eriksen. Ora deve stare con la sua famiglia".

La prontezza di Kjaer è stata fondamentale per salvare la vita a Eriksen.
"E' stato molto importante quello che ha fatto per salvargli la vita. Con un corso di primo soccorso, tutti i giocatori saprebbero cosa cosa fare in queste situazioni".

L'utilità di un avere un mental coach in queste situazioni.
"I danesi avevano diritto a un mental coach, è normale ma noi ne abbiamo bisogno. Detto questo, questo incontro sarà una vera sfida e soprattutto mentale. I danesi sono un avversario formidabile, lo abbiamo visto in Nations League".

La sua crescita.
"In Italia sono migliorato nel gioco. Ho una visione migliore e cerco di essere più costante, dall'inizio alla fine".

La sua nuova maturità.
"Sono più rilassato da quando sono diventato padre. Dopo tre anni al Manchester e due all'Inter mi sono calmato. Gestisco meglio le critiche, adesso mi faccio scivolare tutto addosso". 

Le leadership nel gruppo belga.
“Vincent Kompany è stato il nostro leader, quello di questa generazione. Oggi è stato sostituito da diversi elementi. Rimango sempre a disposizione di tutti. Ma non c'è un solo leader, questo ruolo è condiviso da tutti".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 16 giugno 2021 alle 18:02
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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