Un numero pesante, senza ombra di dubbio. Che l’ultima volta che ha visto il campo con la maglia dell’Inter da titolare, è stato proprio un girone fa, quando i nerazzurri affrontarono il Chievo al Bentegodi. Diciannove partite dopo, il ritorno, stavolta a San Siro, sempre coi gialloblu come avversari, ma con un indossatore diverso: all’epoca era Wesley Sneijder, domani molto probabilmente sarà la volta di Mateo Kovacic, il giovane croato che dall’olandese passato al Galatasaray ha ereditato per il campionato il numero di maglia. Il giovane ex Dinamo Zagabria si prepara quindi alla sua prima nel palcoscenico di San Siro, quello che può idolatrarti e renderti divino come distruggerti; un test che, viste le prerogative, Kovacic promette di affrontare con spavalderia e carattere, tratti tipici dello slavo che è in sé. Ma cosa dobbiamo aspettarci da lui?

Era l’interrogativo più pressante, quello legato al vero ruolo del ragazzino. Che quest’oggi, in conferenza stampa, il tecnico dell’Inter Andrea Stramaccioni ha risolto così: “Credo che Mateo sia uno che agisce perfettamente in tutte le zone del centrocampo, a tre come a due, e anche come vertice basso. Poi bisogna inserirli in squadra. Io per adesso davanti la difesa ho bisogno di uno schermo, lui ha qualità tecniche superiore alla media, non difende la linea difensiva ma certamente oscilla tra queste posizioni. Non farà il trequartista come faceva da giovane, ma neanche nella Dinamo Zagabria ha mai ricoperto quella posizione".

Cosa vuol dire? Il tutto si può sintetizzare in una sola battuta: Kovacic ha il 10 di Sneijder, ma non sarà un dieci alla Sneijder. Non un trequartista classico, quello che agisce alle spalle delle punte innescandole, il gioco che prediligeva l’olandese. Ma un elemento decisamente più duttile per la mediana, uno di quelli che Stramaccioni predilige per natura perché intercambiabile e in grado di agire in più posizioni. Un elemento, insomma, che andrebbe ad integrarsi alla perfezione con Kuzmanovic e Cambiasso piuttosto che a sostegno dei vari Milito, Palacio e Cassano.

Insomma, l’Inter ha ora a disposizione tutto un altro dieci: meno esperto del predecessore, al momento probabilmente con meno numeri da fuoriclasse, di quelli che però Sneijder aveva da un bel po’ esaurito in nerazzurro e che invece Kovacic mantiene in serbo per le partite a venire. Un giocatore, Kovacic, che al blasone inferiore che lo contraddistingue da Sneijder supplisce con l’eclettismo che, malgrado le dichiarazioni di circostanza, Sneijder faticava a dimostrare; e con la spigliatezza di chi comunque nonostante la giovane età ha già affrontato senza paura anche il palcoscenico europeo. L’Inter, insomma, ha davanti tutto un altro dieci, che però promette di regalare momenti importanti al tifo nerazzurro. Senza voler essere irriconoscenti con Sneijder che comunque ha scritto pagine di storia dell’Inter, ma vogliosi di sostenere il piccolo croato nato a Lienz, che se mantiene ciò che promette, ha tutto per farci divertire… 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 09 febbraio 2013 alle 20:15
Autore: Christian Liotta
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