Oggi il vaso è stato scoperchiato, dopo vari tentativi di tenerlo più possibile sigillato. All'ennesima domanda sulla situazione di Mauro Icardi, nel corso dell'odierna conferenza, Luciano Spalletti ha prima curato la fase difensiva, dribblando l'argomento in modo comunque deciso e indicativo: "Sono già state dette molte cose. Si è espresso Marotta, si era espresso Zhang. Io da qui in avanti parlo di chi c'è. Non ne parlerò più". Quel "Da qui in avanti parlo di chi c'è", concetto già sfiorato in precedenti interviste, rappresenta una sorta di muro dietro cui il tecnico vuole proteggere la squadra, lasciando al di là l'ex capitano, ancora alle prese con terapie e scarsa voglia di tornare in gruppo. 

Il carico però Spalletti lo getta sul tavolo pochi minuti dopo, nel corso dell'intervista a Sky dove scavalca quel muro per dire ciò che pensa, indirettamente, al numero 9 argentino: "Io devo parlare degli altri, che sono quelli che vengono in campo e hanno a cuore le sorti dell'Inter". Espressione più che chiara che inchioda Icardi alle proprie responsabilità, dopo vari e inutili tentativi condivisi anche con la dirigenza e alcuni giocatori di convincerlo a uscire dal proprio riccio di eccessivo orgoglio per tornare a svolgere il suo ruolo in campo: non capitano, ma bomber da oltre 100 gol. Con queste parole, a dir poco dirette, l'allenatore accusa il centravanti di non avere in realtà a cuore il destino della squadra che ha sempre detto di amare, sia a voce sia tramite social. Un dito puntato con fermezza nei confronti di chi, dopo tre anni e mezzo di fascia, una volta persa ha smesso di comportarsi da capitano e, anzi, ha scelto la direzione opposta, quella dell'assenteismo, dell'uscita di scena volontaria dalla lotta in un momento cruciale della stagione.

Parallelamente, proseguono le carezze al resto del gruppo ("Ora sono convinti di avere la stessa forza che avevano a disposizione prima") e in particolare a chi ha sostituito Icardi al centro dell'attacco, quel Lautaro Martinez che sta guadagnando sempre più crediti partita dopo partita: "Sta facendo quel che mi aspettavo. Proprio per il fatto che ha questa responsabilità si sta disimpegnando molto bene. Nell'ultima partita ha fatto vedere due o tre numeri dei suoi, ha saltato l'uomo, ha fatto salire la squadra. Ha più qualità da mettere a disposizione della squadra e questa responsabilità che sente adesso l'ha gestita molto bene perché c'era il rischio che perdesse un po' del suo valore dovendo spiegare quel che sarà il reparto offensivo dell'Inter in questo momento. Sta crescendo in maniera imponente, sia come partite giocate sul campo che come comportamento negli allenamenti come punto di riferimento offensivo. I compagni si fidano di lui". La citata crescita del numero 10 di Bahia Blanca e, soprattutto, la fiducia riposta in lui dai compagni sono indirettamente altri messaggi a Icardi, che all'allenamento non si presenta dal 15 febbraio e ha evidentemente perso la stima di gran parte del gruppo.

Dopo due settimane alla ricerca di un punto di contatto, anche mediaticamente, la sensazione è che la pazienza nei confronti del rosarino sia agli sgoccioli e non ci sia più voglia di aspettare che gli passi il disappunto. La squadra ha voltato pagina anche sul rettangolo di gioco e si sta resettando senza la sua principale bocca da fuoco. Il messaggio è chiaro.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 28 febbraio 2019 alle 15:40
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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